QUEL CHE E' DETTO E' DETTO di G.P.
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Tante volte abbiamo avanzato l’ipotesi che non sempre chi si mostra più scodinzolante e servile è, nella sostanza, quello più sottomesso. Se poi, addirittura, l’amico fidato degli USA comincia prima a guaire e poi, piano piano, a latrare, sempre più insistentemente, approfittando del fatto che il suo presunto padrone è in altre faccende affaccendato, a causa dei venti di guerra (alimentati da egli stesso in tutto il mondo) che soffiano prepotentemente sulla sua testa e di una crisi economica di dimensioni immani, per la quale non ha più pezze da rattoppo, allora la nostra supposizione si trova riconfermata dai fatti.
"La reazione di Putin è stata logica contro un presidente che si è macchiato di gravissimi fatti di sangue". Chi è che parla? L’ultimo moicano (o sarebbe meglio dire caimano?) rifondarolo che ha preso finalmente coscienza del fatto che
Siamo seri, questa gente non dirà mai una frase del genere perché ha ormai il cervello in pappe e le sinapsi indurite.
E ciò succede tanto a sinistra, dove la corrente predominante è il buonismo veltroniano, rigorosamente accentato alla maniera british, come a destra, dove il revisionista Fini, “coscienziosamente” entrato nella tebiltah gerim, insieme alla sua accolita di ex repubblichini pentiti, dimostra a tutta l’umanità di quali capriole ideologiche siano capaci gli uomini quando il loro ego diviene ipertrofico.
Invece è Berlusconi a parlare in tali termini, a schierarsi al fianco di Putin, con espressioni pesanti come macigni che nessun altro in Italia è stato capace di pronunciare. Il Cavaliere ha già subito la sua bella lavata di testa dai suoi, mentre i giornali a lui più vicini hanno glissato ed il solo Guzzanti si è detto stomacato. Ma ormai quel che è detto è detto. Non mi interessano gli scopi reconditi delle sue dichiarazioni, i suoi interessi economici nel settore energetico e gli affari conclusi con Putin, ciò che conta è l’ennesima astuzia con la quale Storia fa il suo corso, consegnandoci sprazzi di verità e di speranza.