QUEL NAZIONALISMO D’ACCATTO DELLE CLASSI DIRIGENTI ITALIANE di G.P.
E due. Per il secondo anno di seguito il governo Prodi, appoggiato dai fintocomunisti del PRC e del PDCI, ha teso la mano a Montezemolo allungandogli la "borsa" dei contribuenti italiani. Si tratta dell’ennesima elargizione alla solita impresa decotta che farà sprecare energie ed accumulare ritardi all’economia del nostro paese. Così mentre in tutta Europa gli Stati finanziano (centellinando i loro interventi in funzione del raggiungimento di obiettivi precisi di crescita delle loro economie nazionali) le imprese più innovative, incrementando anche le risorse per la ricerca scientifica (ecco perchè
C’è poco da fare, resteremo a lungo il paese della 500 e dei frigoriferi, piccoli come la prima e pingui come i secondi.
Nel decreto “milleproroghe” di fine anno, votato all’unanimità da tutto lo schieramento di centro-sinistra, sono rientrati i contributi alla Fiat per la rottamazione. Si tratta di quello stesso provvedimento che i Verdi si erano rifiutati di approvare in prima battuta ma che adesso fa esultare il Ministro Pecoraro-Scanio. Costui, solo pochi mesi or sono, aveva affermato che c’erano ben altre urgenze per garantire un “salvagente” ecologico all’Italia.
All’epoca i vertici Fiat entrarono in fibrillazione e si mossero rapidamente chiedendo un incontro a Prodi sullo spiacevole equivoco. Il professore seppe però rassicurarli e Montezemolo placò la sua ira. Ora sappiamo perchè.
E’ evidente che i contributi per il solare, fortemente voluti dal Ministro per l’ambiente (il quale pare abbia interessi diretti nella faccenda), sono stati un’efficace moneta di “scambio sostenibile” per ricomporre la diatriba tra le parti. E non mi venga a dire, l’esimio Ministro, che incrementare la vendita di auto (siano pur esse euro 4 o euro 5) contribuisce a rendere meno asfittica l’aria delle nostre città. Queste vetture produrranno percentuali più contenute di anidride carbonica ma sempre di gas velenosi si tratta. Eppure c’erano ben altre priorità ecologiche da mettere in evidenza, a cominciare dal problema dei rifiuti che rende
Quanto a Giordano e soci abbiamo ormai poco da dire. Mentre continua a non farsi nulla per le questioni dell’occupazione e della sicurezza sui posti di lavoro si trova sempre il tempo per far passare provvedimenti così discutibili che attestano la subalternità di questo governo alle istanze della Gf e ID (Grande Finanza e Industria Decotta).
Eppure lo stesso segretario di Rc aveva fieramente affermato che Montezemolo si era già approfittato troppo della generosità e della benevolenza del governo e che, per tal ragione, non ci sarebbero stati altri sconti e favoritismi per nessuno. Sicuramente Franco Giordano ha la memoria corta oppure ha presto imparato che "Fido" può ben abbaiare ma alla resa dei conti deve mettersi a cuccia se solo il padrone glielo ordina.
Per favore ci si risparmi le solite fandonie sulla necessità di preservare un’azienda italiana e i suoi posti di lavoro. Ormai siamo abituati alle lamentele della Fiat, la quale a mesi alterni promette di chiudere stabilimenti e di licenziare lavoratori se lo Stato non rimpingua le sue casse (non da ultimo i contributi richiesti per alcuni stabilimenti in difficoltà, per i quali il governo ha già offerto cifre cospicue che però non corrispondono ai desiderata dei vertici dell’azienda torinese).
Con questi ricatti si drenano risorse statali che potrebbero avere utilizzi più proficui, magari a sostegno di imprese e di imprenditori che non portano capitali in Lussemburgo o stringono accordi con
Non è possibile che sia ancora lo Stato italiano a dover pagare le avventure capitalistiche di Montezemolo, all’estero quanto in Italia. Questo personaggio non è certo una lince eppure riesce a tenere per le palle tutto il governo di cento-sinistra. Invece, di fargli accumulare delle fortune a danno degli italiani, un governo serio avrebbe dovuto chiudergli i rubinetti dei finanziamenti a pioggia e costringerlo a reinvestire i propri profitti in patria oltre che a riconvertire le sue aziende.
Cuneo fiscale, mobilità lunga (circa 1 mld di euro), nuova rottamazione, soldi elargiti a cuor leggero che sono un vero pugno nello stomaco per un paese come il nostro dove ormai si stenta ad arrivare alla fine del mese, dove artigiani e lavoratori autonomi vedono dimezzate le loro entrate a causa delle tasse introdotte da quel vampiro di Padoa-Schioppa, dove le tredicesime vengono decurtate rovinando la festa degli italiani, dove l’inflazione si mangia già lo stipendio di tutti i mesi dell’anno. E tutto questo per cosa? Per far arricchire un imprenditore che straparla di italianità per meglio fottere gli italiani.
Ma si può credere ad un’azienda che produce il simbolo della sua presunta e “definitiva” rinascita, la nuova 500 (con tanto di promozione pubblicitaria che riscrive la storia d’Italia rimodellandola sull’impero Fiat e sulle sue "automobiline") in Polonia? Ovviamente non c’è l’ho con i lavoratori di quel paese, ma con chi specula sullo spirito nazionalistico di questa "Italietta" depressa che non ha più nulla della grande nazione essendo divenuta, al contempo, un pauvre pays e un pays pauvre.
Non vi basta questo? C’è dell’altro allora. Tutti sapranno che Montezemolo ha costituito, con Diego della Valle,
Almeno vorremmo non prendere "lezioncine" di sobrietà da questi questuanti. Montezemolo ha proprio una bella faccia di bronzo quando si profonde in lunghe disquisizioni sullo spreco della spesa statale, così come ha recentemente fatto scagliandosi contro i supposti “fancazzisti” del pubblico impiego. In questa stessa occasione si era lamentato anche del livello elevato delle retribuzioni rispetto alla produttività del Sistema-Italia. Come ho già scritto in un precedente articolo, quanto a livello delle retribuzioni lorde in Italia non stiamo messi benissimo, ma a Montezemolo non bastano gli aiuti di Stato vorrebbe che nelle sue imprese si lavorasse gratis.
Buon anno italiani.