RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

SULLA DEMOCRAZIA di giusrepa

Oggi ci vorrebbe un nuovo Demostene ma purtroppo non c’è . A suo tempo Demostene , si è battuto per la libertà mettendo in guardia i greci dal pericolo macedone.

All’epoca Nessuno ascoltò Demostene, anzi molti lo considerarono un miope ed ambizioso retore confinato nelle angustie locali, che non guardò al futuro.

Al contrario Demostene che aveva guardato più in la degli altri, aveva capito che la continua lotta interna delle polis non faceva altro che rafforzare Filippo.

Oggi in Europa, in Italia, nel mondo, il pericolo maggiore è l’impero americano importatore di Democrazia, distruttore delle culture, e mondializzatore delle civiltà.

Come al tempo di Demostene le varie polis litigavano inutilmente fra loro, spianando in tal modo la strada a Filippo, allo stesso modo oggi le varie chiesuole marxiste, anarchiche, e terzomondiste si accusano a vicenda e litigano come vecchie bisbetiche, mentre l’avanzata ideocratica dell’Impero americano si fa sempre più allarmante. La loro sostanziale arretratezza culturale figlia della mancanza di un dibattito teorico reale, le rende incapaci di comprendere il pericolo di una vittoria totale dell’impero.

Se l’impero americano riuscirà nella sua opera di importazione della “democrazia”, il mondo cadrà nel buio più totale, il dibattito filosofico sarà confinato nella cassetto degli attrezzi usati, sostituito da un vuoto spirituale, riempito da orde di consumatori inebetiti dagli apparati mediatico televisivi, nuovo vangelo dell’ideocrazia imperiale.

L’apatia e l’odio generati dall’alienazione mercantile, saranno più forti che mai, il che renderà gli uomini nemici di se stessi.

In questo scenario apparentemente ricco e opulento, si nasconde un vuoto desertico di apatia e solitudine.

Il calore della filosofia che sveglia gli animi addormentati, sarà sostituito dal freddo della scienza che li intorpidisce.

Tuttavia, al contrario di quello che si potrebbe pensare, sono fiducioso, perché come nella Divina Commedia Ulisse diceva ai compagni: "… Non vogliate negar l’esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza".

Per quanto il circo mediatico occidentale cerchi di calpestare ogni dissenso sul nascere, non riuscirà mai completamente nella sua opera.

Nessuna dittatura è eterna e totale, poichè l’uomo è di sua natura un animale sociale e libero, e nessun mezzo di tortura, dall’Inquisizione spagnola alla nuova Inquisizione giornalistica che mette al rogo gli intellettuali dissidenti, riuscirà mai a far tacere il desiderio di libertà dell’uomo.

Il compito degli uomini liberi, che ancora pensano con la loro testa, è quello di impegnarsi a creare un fronte unito per la libertà.

Il nuovo fronte deve opporsi alla liberaldemocrazia odierna, nient’altro che la rappresentazione politica del mercato, dove ogni lobby di potere “acquista” letteralmente la democrazia come una qualsiasi merce.

Si deve invece sostenere la vera democrazia, quella degli antichi greci, la democrazia intesa come autogoverno politico e autogestione economica, non come spettacolo folkloristico e pagliaccesco di plebi elettorali ammaestrate.

Si deve combattere la guerra imperialistica, e sostenere senza indugi, tutti i popoli che resistono all’aggressione imperialistica.

Non è nostro compito impartire lezioni alla resistenza, fare differenziazioni fra laica e religiosa,violenta o non violenta, Intifada o Kamikaze. La resistenza è sempre legittima quando un popolo è sotto occupazione.

So che molti condannano i kamikaze e le loro azioni. Se noi guardiamo i kamikaze con la nostra mentalità occidentale non possiamo che condannarli. Ma dobbiamo rovesciare la questione: forse sono stati i kamikaze a iniziare la guerra? Forse sono stati Hamas o Hezbollah a invadere rispettivamente il Libano e la Palestina? No, allora la loro resistenza è legittima.

Mi si potrà comunque obbiettare che la resistenza si potrebbe attuare con le armi, come i nostri partigiani nel 1943. Ma, rispondo io, forse i resistenti possiedono armi potenti come i loro invasori? Forse essi possiedono bombe al fosforo bianco,all’uranio impoverito , razzi a lunga gittata. No ovviamente, dunque la loro unica arma è il loro corpo, corpo che sacrificano in nome della libertà.

Non mi si fraintenda non sono a favore degli attentati contro sinagoghe, chiese e moschee, cosa che ritengo inaccettabile.

Ritengo inaccettabili e dunque sostanzialmente un crimine, anche l’attacco alle Torri Gemelle e i recenti avvenimenti in Algeria dove sono morti poveri innocenti.

Ma sono ben conscio della differenza fra terroristi e resistenti, cosa che i media non fanno.

Il compito degli uomini liberi non ancora intorpiditi dagli strumenti del potere, è quello di costruire una terza forza, ne rossa ne bruna, anticapitalista, antimperialista ed antiegemonista in grado di dare anche un piccolo supporto alla resistenza dei popoli oppressi.

Forse diranno che è da utopisti cercare di cambiare il mondo, che il mercato  con tutti i suoi difetti è comunque il migliore dei mondi possibile, e che ogni tentativo di costruire una società diversa è irragionevole.

A costoro io rispondo con un aforisma di George Bernard Shaw: L’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a se stesso. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli.