Russiagate, di GLG
I “Russiagate” americano e italiano mi sembrano semplicemente significativi di una crisi sempre più avanzata di questo “occidente”, marcio e infetto ad un grado di difficile ritorno. Il famoso Mueller nella sua relazione al Congresso mostra di non avere lo straccio di una prova, ma insiste che i russi avrebbero interferito nelle elezioni presidenziali. E aggiunge che a fine mandato sarebbe possibile incriminare Trump. E con quali prove? Inoltre, si dà una bella dimostrazione di che cos’è questa falsa e verminosa “democrazia” del voto; di milioni di cittadini considerati influenzabili come nella pubblicità di una saponetta o di un detersivo da bucato. In Italia, meno male che una volta tanto Salvini ha scelto di non rendere conto a questa accozzaglia definita “sinistra” o “destra” in base a criteri ormai non più comprensibili. E lo stesso vale nella UE, che ormai alterna farsa a vaudeville. L’establishment – che ancora controlla il 90% dell’informazione, di una “cultura” ormai avvelenata e vomitevole, con troppi posti di comando negli apparati statali ed in quelli della “privata” economia, ecc. – non è più in grado di dare un qualsiasi futuro alla nostra civiltà, che pur ha dato tanto in secoli passati. D’altra parte, il “nuovo” che si aggrappa qua e là, tentando di rovesciare queste vecchie e sfatte dirigenze ormai “tombali”, mostra crepe da tutti i lati. E’ sempre più evidente che solo una furia violenta – e all’inizio anche eccessiva e distruttiva – potrebbe ridare qualche speranza di “resurrezione”. Decine, centinaia di migliaia di zombi dovrebbero essere avviati al silenzio definitivo. Altrimenti, accettiamo di assistere alle loro ultime “bravate”, tramite cui essi seppelliranno tutto ciò che era stato creato appunto in un ben lungo passato ormai vilipeso e “stracciato” in ogni metro di suo ottimo “tessuto”.