SALVARE IL SOLDATO RYAN di G. Duchini

bce

Sorprendenti, ma non scontate, le dichiarazioni riportate da Tremonti su “Libero” del 22 dicembre, con ampi stralci della memoria difensiva, inviata alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche (Etruria, Antonveneta…..), dinanzi alla quale ha deciso di non presentarsi perché le conclusioni parlamentari non conterranno un giudizio serio sulla realtà delle banche e, conseguentemente, sul risparmio degli italiani.
Una memoria che parte dalla crisi finanziaria globale con i suoi possibili effetti nella considerazione di essere stato un testimone piuttosto in vista, dal 7 maggio del 2008 al 16 novembre del 2011 in qualità di Ministro delle finanze (italiane) e quindi in grado di raccontare la grande crisi finanziaria statunitense nelle sue ripercussioni mondiali ed europee. E su quest’ultimo aspetto riferisce di una crisi esplosa a partire dagli Usa nell’autunno 2008 che ha colpito praticamente tutti, in particolar modo l’Italia con il suo terzo debito pubblico al mondo e con una economia allo sbando.
Effetti controversi ed una tempestività nelle Considerazioni Finali della Banca d’Italia (31 maggio 2011) che partivano da una considerazione lapalissiana: “ In Italia il disavanzo pubblico(1)….è inferiore a quello medio dell’area euro…. Appropriati sono l’obiettivo di pareggio del bilancio 2014…..la gestione della spesa durante la crisi è stata prudente …. Lo sforzo che ci è richiesto è minore che in molti altri paesi avanzati…”
Sempre secondo Tremonti, il 21 luglio del 2011 (soltanto dopo 51 giorni) al punto n.11 del “Comunicato ufficiale” del Consiglio dell’Unione europea è stato scritto quanto segue: “In questo contesto accogliamo con favore il pacchetto di misure di bilancio recentemente presentate dal Governo Italiano.”
Il 5 agosto, 15 giorni dopo cambiano repentinamente idea sia la Banca Centrale Europea che, in subordine, la Banca d’Italia e viene inviata una sorta di “lettera dikat” al Governo italiano che avrebbe dovuto subito impegnarsi ad approvare entro settembre un Decreto legge. Un Decreto contenente riforme costituzionali ed anche vaste riforme economiche in materia di licenziamenti sul lavoro, di servizi pubblici locali, di professioni etc., e, dulcis in fundo, l’anticipo di un anno del “pareggio di bilancio”. Diversamente la Banca Centrale Europea avrebbe escluso l’Italia dal piano di acquisto e sostegno dei titoli pubblici europei (il famoso Quantitative Easing). In sostanza, si stava già preparando il grande marasma del governo Monti che si insediò in sostituzione del governo Berlusconi nel novembre 2011.
Tutto questo doveva avvenire, secondo Tremonti, assecondando una interpretazione diventata luogo comune: la crisi italiana era la peggiore d’Europa. L’invenzione di un colpevole italiano copriva la situazione delle banche tedesche e francesi a cui si applicò un congegno di salvaguardia
E con la “crisi italiana” si trovò il colpevole del debito sovrano europeo nel cui “salvataggio”stava la chiave per uscire dall’impasse, un congegno “trappola” che fu coniato dalle cancellerie tedesche e francesi nel periodo del famoso “buco” finanziario della Grecia (e della Spagna) creato dalle banche tedesche e francesi.
Buco finanziario ovviamente negato dal governo italiano ma accettato dal Governo Tecnico Monti, poi appoggiato anche da Berlusconi, che trasformò “il Fondo Salva Stati” in “Fondo Salva Banche” salvaguardando così le banche tedesche e francesi, drammaticamente e sistematicamente superesposte al rischio Grecia (e Spagna).
“ Poi tutto seguì. Con geometrica precisione l’Europa passò all’incasso. Il primo atto compiuto in Italia dall’appena insediato Governo Tecnico Monti fu, e non a caso, quello di prestare il suo consenso alla trasformazione del Fondo Salva Stati in Fondo Salva Banche ma anche a conservarne invariato il sistema di finanziamento…”
Però Tremonti tralascia un particolare nella sua ricostruzione.
La politica europea è eterodiretta dal potere Usa e non si possono capire le sue dinamiche reali se si tralascia questo decisivo aspetto.
Infatti, l’attuale crisi economica globale dipende dalla perdita relativa di centralità degli Usa che reagiscono scaricando sugli alleati le proprie difficoltà geopolitiche, anche innescando disastri finanziari. Possibile che Tremonti lo ignori?
DUCHINI GIANNI gennaio ‘18

(1)Disavanzo del bilancio pubblico è la differenza tra le entrate (imposte, tasse e altre entrate) e le uscite del settore pubblico relativo ad un dato esercizio finanziario, generalmente un anno solare.