SALVIAMO IL NUCLEARE
Il 12/13 giugno ci sono i referenda, quattro quesiti inutili già ampiamente strumentalizzati dagli illegittimi urlatori politicamente impediti, con le scorie nella testa e l’acqua nel cervello. In Italia si sono ammalati tutti di radicalismo, non inteso come posizione politica che si indirizza alla radice dei problemi ma piuttosto quale pannellismo plebiscitario incanutito e fumoso. Diceva Gaber che in Italia tra un po’ ci chiederanno pure dove far pisciare i cani e noi ci recheremo alle urne convinti di star assolvendo ad un grande compito civile e civico. Bisognerebbe proporre una consultazione diretta per abolire lo stesso strumento che tanto non serve a nulla poiché il legislatore fa comunque ciò che gli passa per la testa, già dal 1946. I promotori ed i sostenitori del “si” appena qualche anno fa avrebbero detto “no” ma oggi non è salutare andare contro la piazza e gli umori popolari. I vertici del Pd hanno fatto un bel passo indietro su acqua e nucleare, perché non è la politica che detta i tempi e le scelte ma è l’epoca oscurantista che vive questo paese ad imporsi sulla politica e sui suoi indegni rappresentanti. Quindi continueremo a sprecare acqua che resterà in mani pubbliche (cioè ad appannaggio di quegli apparati nazionali e locali che utilizzano il servizio per riprodurre i propri interessi di casta. Qualcuno dovrebbe spiegarmi dunque perché tutto ciò sia meglio che privatizzare) e ad accumulare ritardi sull’atomo che molti Stati continuano ad impiegare benché ne annuncino da decenni l’abbandono. Da ultimo ci ha pensato Angela Merkel, la quale teme l’avanzata dei verdi tedeschi e la perdita del posto, ad affermare che nel 2022 la Germania sarà libera dalla centrali. Ma il 2022 è soltanto l’ennesimo procrastinamento di una menzogna che i socialdemocratici avevano fissato ad una data ancora precedente. Chi le crede è un allocco ed in Italia quello dei creduloni è il partito più nutrito. Peraltro, come scrive Davide Giacalone sul suo sito “ la Germania è il principale produttore europeo di rotori per l’energia eolica e con una posizione influente nella tecnologia solare”. Questi proclami hanno solo l’effetto di spingere le esportazioni teutoniche e noi stiamo qui ad applaudire chi ci sta rubando il futuro e gli affari. Quindi, mentre gli altri avanzano con ricerca ed investimenti noi diamo retta ai pazzi con l’insolazione ed ai chiacchieroni con la lingua più veloce del vento. In Italia va tutto a rovescio, i guitti ed i cantanti come Grillo e Celentano dettano la linea e fanno opinione mentre la classe dirigente si diletta nel canto e nella recitazione. E’ questa la vera mutazione genetica che non dipende dalle radiazioni ma dalle emissioni di cialtroneria generale. L’unica cosa certa è che abbiamo bisogno di importare energia dall’estero e che la paghiamo cara, soprattutto dai cugini francesi i quali nonostante il grado di parentela geografica e storica non ci fanno sconti. I galletti ci offrono energia nucleare, fregandoci a più riprese. Nel 2007 abbiamo stipulato con loro un accordo costatoci 250 milioni di euro. Noi gli diamo le nostre scorie e loro le riprocessano fabbricando altra energia e rivendendocela. Apriamo il portafogli due volte e li ringraziamo pure. Se vogliono poi fotterci i pozzi libici da sotto il naso facciano pure, noi siamo un popolo che non inquina e non si sporca le mani, siamo igienici come i cessi. Nel 2025 ci restituiranno gli scarti radioattivi e saremo di nuovo al punto di partenza col problema di doverli stoccare e spendere altro denaro pubblico. Un affarone per il quale dobbiamo benedire antinuclearisti ed ecologisti che con le pale ci percuotono i maroni e con il sole ci fanno neri. Tutto questo mentre le bollette energetiche italiane vanno alle stelle con un peso sul pil del 3,3%. “Menu pil pi tutti” significa che avremo sempre meno voglia di copulare perché saremo costretti ancora a tagliare. Dopo la spesa forse pure le palle. Sarebbe opportuno prevenire questa ipotesi che mi sembra troppo dolorosa ed invalidante. Il 12 e 13 giugno è meglio evitare la castrazione e la successiva frustrazione. Non è un consiglio politico è un avvertenza per la salute pubblica.