Salvini e un Front National per l’Italia di A. Terrenzio

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Matteo Salvini, vola a Mosca per ricucire i rapporti con la Russia, dopo le sanzioni scellerate dell’Ue a direzione Atlantica, che hanno costretto Mosca a prendere legittime contromisure in materia commerciale col risultato di colpire ancor di piu’ la nostra economia, già martoriata dalla crisi e dalla linea di austerity europeista. In totale controtendenza rispetto alla nostra classe politica, allineata ai desiderata di Washington, da “Mr Bean” Renzi fino alla Mogherini, Matteo Salvini decide di partire in missione diplomatica con una delegazione della Lega per un incontro con alti rappresentanti alla Duma e importantissime personalità del mondo imprenditoriale russo ed italiano. A chi gli chiede se incontrrerà Putin, Salvini risponde di non mirare a tanto, ma che gli incontri saranno di altissimo livello. Tale iniziativa di apertura ad Est, fa il paio con la visita a Pyongyang in Corea del Nord, in compagnia di un altro originale personaggio, il senatore di Forza Italia Razzi, che ha dipinto il leader coreano Kim Jong un come un grande leader politico.

 

Tali missioni appaiono sicuramente come eventi piu’ degni di interesse, rispetto al pantano politico nostrano, diviso oramai tra chiacchiere inutili su Jobs Act e riforme sempre annunciate e mai attuate dal giovanotto rampante fiorentino, che da 6 mesi a questa parte, (se si esclude una mezza riforma al Senato) non ha apportato nessun cambiamento ed appare invece allineato coi suoi predecessori Monti e Letta, sul rispetto dei parametri di Bruxelles e sulla liquidazione delle aziende pubbliche di punta del nostro Paese (Eni, Enel, Finmeccanica) che ci danno ancora un peso, sullo scacchiere internazionale.

 

Ma cerchiamo di capire quale potrebbe essere il presente ed il futuro prossimo della Lega, oramai debossizzata e se essa potrà aspirare a divenire una sorta di Front National per l’Italia sul modello francese. Sappiamo che la Lega 2.0 di Salvini, non conserva quasi piu’ nulla della Lega di Bossi e che la natura regionalista, le battaglie per il federalismo e la secessione, sembrano esser state riposte in soffitta per abbracciare un prospettiva nazionale e sovranista. I cavalli di battaglia principali della nuova Lega, sono l’opposizione all’Europa dei burocrati e dei banchieri di Strasburgo e Bruxelles, che stanno distruggendo il tessuto produttivo nazionale; la lotta all’immigrazione clandestina, che riversa sulle nostre coste milioni di disperati, che sono causa di: di esclusione sociale, aumento di livello di insicurezza sul territorio nazionale, funzione di manodopera a basso costo per le multinazionali con dumping sui salari; infine, difesa del mondo produttivo, dalle piccole medio imprese fino al mondo operaio, entrambi vittime principali della globalizzazione economica e del rigore imposto dalla Germania della Merkel su Bce e politiche di bilancio.

 

Mentre gli incontri della delegazione leghista con esponenti del calibro di Aleksey Puskov, Presidente della commissione esteri della Duma, con il putiniano Sergej Naryshkin, fino all’ideologo eurasiatista Alexander Dugin e la visita in Crimea, pongono la Lega in direzione davvero opposta alle linee guida atlantiche ed europeiste, e come ha sostenuto lo stesso Salvini, ad una necessità di aprirsi a nuove realtà geopolitiche e continentali perche’ : “non esiste solo l’american way of life”. Parole che suonano davvero rivoluzionarie e fanno ben sperare, soprattutto, se si considera il posizionamento del partito di Salvini con altre forze euroscettiche e sovraniste nel gruppo all’Europarlamento guidato da Marine Le Pen. Ed e’ a tal proposito che ci sembrano interessanti i rapporti con la Russia di Putin, che pare essere molto vicina (addirittura con finanziamenti) anche al Front national francese e al movimento nazionalista greco Alba Dorata. Come ha riportato infatti da Maurizio Blondet in altra sede, sembra che la Russia voglia stringere rapporti con movimenti indentitari e sovranisti europei, che possano in qualche modo aiutare in una azione “antiatlantista” ed emancipatrice dal dominio, politico e culturale a stelle e strisce.

In questo momento ci pare ancora prematuro ed incauto, considerare Salvini ed il suo movimento capace di tale azione rivoluzionaria, o addirittura parlare come ha scritto Sebastiano Caputo sull’Intellettuale dissidente, di “svolta eurasiatica” della Lega, ma di sicuro certi contatti e certe dimostrazioni di apertura, non possono lasciare indifferenti.

Starà al leader leghista rendere reali i suoi buoni propositi. Di certo, possiamo sostenere, che le prime mosse del leader del carroccio, fanno ben sperare nella concretizzazione di una politica estera audace, coraggiosa e che sappia guardare con convinzione ad Est, in funzione di una nuova proiezione strategica dell’Italia.