SE LO DICE LUI a cura di GLG

Se lo dice lui, figuriamoci qual è l’effettivo comportamento (e le intenzioni) di questi “provocatori”. E sarebbe anche ora che certi imbecilli di sinistra (quelli di destra fanno il loro mestiere e non sono imbecilli) la smettessero di piangere sulle sorti dei monaci tibetani, un regime feudale e teocratico che invoca la democrazia da parte di Pechino! Gli Usa non fanno certo provocazioni – e “assaggi” – solo nei confronti della Russia; l’altro loro possibile futuro antagonista “globale” è proprio la Cina, come ormai unanimemente ammesso in sede di previsioni di tutti gli Istituti di studi strategici e geopolitici (in particolare statunitensi). Quindi chi non capisce qual è il gioco sporco che gli Usa – con questi fantocci che si muovono ai loro ordini – stanno conducendo ormai da anni, non merita più nessun rispetto e va trattato come un idiota sesquipedale o come un fottuto filoimperialista, più o meno mascherato. In ogni caso, è uno da allontanare e isolare come un appestato.

 

Shevardnadze: invadere grave errore di Tbilisi (dall’ANSA)

BERLINO – La Georgia ha commesso un "grave errore" a invadere l’Ossezia del Sud e gli Stati Uniti stanno spingendo il mondo verso una nuova Guerra Fredda con il loro progetto di installare in Europa uno ‘scudo’ anti-missile basato in Polonia e Repubblica ceca. Ne è convinto l’ex ministro degli Esteri di Mikhail Gorbaciov ed ex presidente della Georgia, Eduard Shevardnadze. Intervistato dal tabloid tedesco Bild, Shevardnadze non critica apertamente l’attuale presidente della Georgia, Mikhail Saakashvili, ma non approva l’operato di Tbilisi. "Non lo posso giudicare perché abbiamo una tradizione in Georgia – ha detto riferendosi a Saakashvili -: durante i tempi di crisi, perfino l’opposizione si schiera fermamente dalla parte del presidente". Ma poi ha sottolineato, riferendosi alla capitale dell’Ossezia del Sud: "I georgiani non avrebbero dovuto entrare a Tskhinvali in modo così improvvisato. Si è trattato di grave errore".

Shevardnadze, presidente della Georgia dal 1995 alle sue dimissioni il 23 novembre del 2003, in questi giorni sta scrivendo il suo quinto libro, una storia del Paese, con considerazioni sul suo "presente e futuro". E il quadro che l’autore fa del presente non è incoraggiante. Come giudica la situazione attuale?, è la domanda della Bild. "La situazione è estremamente tesa e quanto mai complicata – ha risposto Shevardnadze -. Spero che le consultazioni del presidente Saakashvili con i suoi partner lo porteranno a una ricomposizione del conflitto". Un conflitto, ha proseguito, che potrebbe avere ripercussioni anche fuori dal Caucaso ("il pericolo c’é sempre"), ma soprattutto che "avrà sempre un grande ruolo nella posizione strategica della Georgia".

L’ex presidente della Georgia ha parlato poi del ruolo degli Stati Uniti, accusando Washington di portare il mondo verso una nuova Guerra Fredda. Questo rischio, ha infatti affermato, non é legato alle mosse della Georgia: "La nuova Guerra Fredda è stata già ordita da tempo dagli Stati Uniti attraverso il cosiddetto scudo anti-missile degli americani nella Repubblica ceca e in Polonia", ha osservato. "Quando ero ministro degli esteri sovietico, ho lavorato con successo, come dimostra la fine della Guerra Fredda, alla distruzione delle armi nucleari e dei missili convenzionali che potevano raggiungere gli Stati Uniti – ha infine ricordato -. Ma adesso c’é un nuovo round della corsa alle armi atomiche, creato dagli Stati Uniti".