SEMPRE E SOLO AMBIGUITA’ E MEZZE VERITA’, di GLG, 8 giugno 13

gianfranco

Secondo Dagospia, ancora non smentita, il ministro Riccardi ne ha dette di cotte e di crude sul modo di agire del governo Monti. Nella sostanza conferma quanto da noi sempre sostenuto: era un governo “de paura”, ha usato dello spread, delle crisi di borsa, del debito pubblico, ecc. solo per creare una sensazione di disastro imminente, “alla greca”. Alla fine, con il nuovo governo (di transizione!), si “migliorerà” – sempre a suon di campagna martellante dei media – la situazione della popolazione italiana (di quella netta maggioranza che ha visto ridotto il suo tenore di vita). E così si spera che il popolo si quieti, pensi allo scampato pericolo e sopporti la discreta “tosatura” ormai avvenuta, quasi senza accorgersene (o come minimo “ringraziando Dio”, e il “governo”, per non essere sprofondata completamente).

Naturalmente, le motivazioni addotte da Riccardi per spiegare la “malevolenza” di Monti – sudditanza piena alla Merkel e intenzione di educare gli italiani, troppo spendaccioni e consumisti – dimostrano o che è uno sciocco oppure che racconta una balla per coprire chi è veramente l’ex premier e quale era la funzione del suo governo nell’ambito della situazione mondiale in completo caos a causa della neo-politica statunitense; anzi cominciamo a dire senza veli obamiana (dove Obama è il nome per un gruppo dominante). Monti non è un filo-deutsch, ma legatissimo ad ambienti pro-Usa; Bilderberg, Goldman Sachs ecc. ecc. C’è stata una complessa azione – in cui è stato “convinto” (con gli opportuni metodi del caso) ad entrare anche Berlusconi – per sostituire Monti (dopo averlo nominato senatore a vita) al cavaliere e condurre appunto la suddetta campagna “de paura”. Del resto, non credo che quest’ultima si limitasse all’intenzione di far accettare “tosature” alla maggioranza degli italiani; l’installazione del nuovo governo è venuta dopo la “primavera araba” e soprattutto la vile aggressione alla Libia (con selvaggio assassinio del suo capo, tanto per far ricordare la lezione a chi avesse intenzione di opporsi all’attuale dirigenza Usa, che aveva già eliminato Bin Laden, il “terrorista utile” dell’epoca Bush). Il fine di tutto l’operare degli ultimi anni ha disegni più ampi; l’Italia è una pedina importante nell’area mediterranea, nulla di più. Non si tratta dunque, se non secondariamente, di bastonare il popolo o di redistribuire il reddito dal basso (i “poveri”) all’alto (“i ricchi”) secondo la solita solfa dei ritardatari di un “comunismo” divenuto soltanto “carità cristiana” di ipocriti, che cercano di sopravvivere con la loro miserabile politicuzza. Il problema è piuttosto diverso, riguarda la “messa in riga” dell’Italia in un più vasto disegno “mediterraneo” (e del vicino medioriente, ecc.).

Dopo il suo piegarsi a Obama, il Berlusca continua tuttavia ad essere perseguitato dalla magistratura orientata “a sinistra” (la falsa sinistra ormai soltanto un’etichetta, ma costituita da gruppi di “guastatori” molto reali e pericolosi per conto di Obama). Allora, egli ha dato il via al racconto, via stampa, di quanto ha combinato negli ultimi anni, e sta combinando tuttora, parte dell’establishment americano. Negli articoli de “Il Giornale”, si parla senza veli del presidente Usa, evidentemente per metterlo sull’avviso che il “nano” non intende farsi sacrificare alla vendetta dei “sinistri” senza alcuna resistenza. Tuttavia, il trio di chi ha complottato contro di lui per via degli accordi tra Eni e Gazprom – e per gli altri affari favorevoli al paese combinati con Putin (e Gheddafi; e, in via appena defilata, pure l’Algeria) – è stato espressamente nominato così: Obama, Sarkozy, Merkel.

Verità certa, ma con una significativa sostituzione: Merkel invece di Cameron. L’aggressione alla Libia è stata compiuta da Inghilterra e Francia con lancio preliminare di oltre cento missili mare-terra da navi americane. E l’Italia, grazie agli ineffabili Frattini e La Russa, per nulla bloccati dal loro premier, hanno tenuto bordone. E il presdelarep ha ricordato con veemenza che bisognava rispondere agli alleati della Nato. Peccato che, dopo alcuni mesi, Berlusconi (comunque per nulla affatto scusato per le sua precisa colpa di tradimento!) abbia rivelato che si trattava di un’aggressione ingiustificata (adesso i suoi giornalisti ci rivelano come fosse diretta, tutto sommato, pure contro di lui e le sue alleanze invise ad Obama) e che non era stata decisa affatto collegialmente in ambito Nato, ma invece unilateralmente da chi attaccò. Il presdelarep mente oppure è stato ingannato, gli hanno raccontato la favola della decisione Nato? Dovrebbe quanto meno adirarsi e dire qualcosa, visto che parla sempre appena si offende la magistratura (semplicemente rivelando che cosa questa combina) o si lede la Costituzione (dove però non sta scritto che un presdelarep cambi il governo e dia la linea a quest’ultimo).

In ogni caso, perché la Merkel? La Germania non ha partecipato, come l’Italia, alla “primavera araba” e a tutte le porcherie combinate in quella sede. Si è astenuta al Consiglio di Sicurezza Onu sulla no fly zone (se ben ricordo), preparazione dell’aggressione anglo-francese; esattamente come fecero Russia e Cina, ben più colpevolmente però giacché avrebbero potuto (e dovuto) esercitare il diritto di veto. Nell’attuale frangente mediorientale, non mi sembra che i tedeschi siano nemmeno particolarmente anti-siriani, ecc. Può essere che – lasciando però agire soprattutto la UE – abbiano manifestato qualche favore verso il Nabucco (di cui il Giornale parla “pudicamente” come di gasdotto europeo, mentre è anche nell’interesse precipuo degli Usa, se non altro per danneggiare la Russia, ormai potenziale antagonista al di là delle giravolte che essa possa fare nel breve periodo). Non mi sembra tuttavia che la Germania abbia svolto particolare opposizione al Southstream. Non ha certo protestato con la Turchia quando questa firmò un accordo per il passaggio di tale gasdotto nel suo territorio. Semmai è l’Eni che ha ceduto ben il 30% della sua partecipazione in esso (in primis proprio ad una società tedesca), sottostando ad ordini d’oltreatlantico; e se invece di ordini sono stati ricatti orditi tramite le società azioniste in Eni e obbedienti a quanto vogliono gli Usa, è la stessa “minestra” che ci si fa trangugiare. Non è stata la Germania ad ostacolare i progetti (in specie energetici) di Berlusconi nei suoi accordi originari con Putin e Gheddafi.

Proprio in questi giorni il cavaliere ha impartito a Letta l’ordine – che non gli spetta di dare, semmai solo suggerire – di opporsi drasticamente alla Germania, perché spadroneggerebbe nella UE. Merkel dunque più potente e incisiva nei suoi diktat di un Obama? Ma va là, ridicolissimi politici e giornalisti della “destra”. O volete semplicemente fare pressione su Obama affinché intervenga finalmente con decisione per mettere termine alle azioni contro il cavaliere. Oppure sapete qualcosa delle difficoltà del presidente negli Usa (spionaggio, ecc.) e siete tempestivi nell’intervenire per approfittarne. In ogni caso, fate capire all’establishment statunitense, nel suo insieme, che il vostro nemico principale è il tedesco; agli americani chiedete solo un po’ di tregua. Appena questi l’avessero concessa (imponendola alla sinistra italiana), allora voi dareste addosso al “terribile” nemico, che è sempre quello del voltafaccia Savoia-Badoglio, dimostrando invece piena fedeltà ai “liberatori”; e già si comincia a far loro propaganda per le “meravigliose” e “amichevoli” scelte compiute (non ancora) dalla FED in merito all’acquisto di titoli del debito pubblico accumulato dal nostro come da altri paesi euro-meridionali.

E’ del tutto probabile che la Germania abbia colpe non indifferenti; tutte derivano però dal fatto che essa cerca di non irritare gli Usa (di Obama), di farsi vedere molto consenziente rispetto a certe decisioni d’oltreatlantico. Non sembra avere intenzione di contribuire ad azioni apertamente aggressive (tipo Libia, ecc.) e inoltre non vuole inimicarsi la Russia. Allora, si dimostra un buon cane da guardia in Europa e di fatto accetta di prendersi molti anatemi mentre gli americani ripetono la favola dell’intervento per salvare i loro “alleati” (servi) europei. Del resto, la Merkel è sotto elezioni, è al momento in buon vantaggio rispetto agli avversari e sa come la pensa la stragrande maggioranza dei tedeschi in merito agli aiuti da dare ad altri paesi della sedicente “Comunità”. Dopo le elezioni, l’atteggiamento tedesco cambierà notevolmente. Se voltiamo lo sguardo a colui che gioca alla grande amicizia con Putin, non possiamo dimenticare che dimostrò simpatia perfino maggiore a Gheddafi (arrivando, per la prima volta, alle scuse per la nostra aggressione di un secolo fa, di quella fascista, ecc.). Alla fine, ha però tradito vilmente il libico e ha allentato i rapporti con il russo. Se quest’ultimo non manifesta apertamente inimicizia, è solo perché non rischia per nulla una fine “alla Gheddafi” e attende di vedere come evolverà la situazione. Anche perché non escluderei notevoli difficoltà per Obama (il Watergate di Nixon durò due anni) e il panorama internazionale manifesta dunque alcune incertezze ancora non ben interpretabili nella loro ampiezza e intensità.

Fra l’altro, sembrava che le difficoltà maggiori per l’attuale presidenza americana dovessero nascere dal comportamento, ormai svelato per l’essenziale, tenuto durante la crisi a Bengasi in cui fu ucciso il console Stevens. Ormai è chiaro che il duo Obama-Clinton era stato messo al corrente dell’aggressione terroristica (diciamo così) e fu impedito di fatto agli aggrediti di difendersi; forse perché ciò non era in linea con la strategia di attenzione ad elementi islamici radicali, attivi nell’eliminazione di Gheddafi. Una volta accaduto l’irrimediabile, si è data la colpa a moti spontanei nati per un film anti-Maometto, raggiungendo il vertice del ridicolo, dell’improntitudine e frettolosità del tutto colpevoli.

Invece, improvvisamente scoppia il caso dello spionaggio e intercettazione di massa, come se non si trattasse di problema noto, comune a tutte le sedicenti “democrazie”, comunque tutt’altro che sorprendente, ecc. Vi si aggiungerà in seguito pure una campagna per le menzogne molto più gravi e condannabili relative ai fatti di Bengasi? Si punta su questa carta “secondaria” per distogliere l’attenzione dai fatti in questione? Si tratta per caso di un attacco di dimensioni ridotte per ottenere cambi di strategia, ma non veri “rivolgimenti”? Si vuol salvare la Clinton che nel nuovo scandalo non sembra coinvolta? E’ quest’ultima che tratta, in “compromesso”, il suo salvataggio raggiungendo anche il fine di abbassare la popolarità di Obama (che comunque non può essere rieletto per una terza volta)? Sono gli avversari dell’establishment obamiano che preferiscono non attaccare contemporaneamente “i due”, attuando una sorta di tattica degli “Orazi e Curiazi”? Boh, lo vedremo nel prosieguo degli eventi.

In ogni caso, la situazione presenta notevoli elementi di incertezza. Approfittiamo della stessa, cioè delle rivelazioni che vengono in evidenza in contingenze simili di acuito contrasto tra più contendenti. Non ci si dice per il momento molto di più di quanto da noi già “intuito” negli ultimi tempi (direi anni). Tuttavia, si citano “fatterelli” che non possiamo sapere; e i media attualmente all’attacco hanno grande audience e influenza politica su date forze e dati personaggi. Quando appaiono notizie polemiche di un certo tipo e consistenza, ci sono gruppi in conflitto via via più accentuato e le configurazioni dei rapporti di forza potrebbero subire dissesti di vario genere e intensità; a volte, si verificano persino precipitazioni impreviste con “resa dei conti” finale. Seguiamo. Certo è avvilente solo seguire; ma tant’è!