Si sono bevuti il cervello

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Mario Draghi ci sta costando troppo a causa del suo servile filoamericanismo. La guerra alla Russia ci procura un mare di guai presenti e futuri.
Non si tratta solo di economia ma anche di autonomia (geo)politica, definitivamente compromessa, anche se non da ora, il che è ovviamente un’aggravante rispetto al resto.
Adesso, lorsignori dei partiti, inclusi i grilloscilipoti al vento, sostengono che se andasse via lui non si raggiungerebbero gli obiettivi del Pnrr da 20 mld di euro. Stando così le cose, meglio allora che vadano via pure loro, perché sono dei buoni a nulla che dipendono da un “vile affarista”, come disse Cossiga. Sono quasi bruscolini questi soldi rispetto a ciò che dilapideremo per approvvigionamenti energetici in zone ad alta instabilità, fantomatiche transizioni ecologiche e, contraddizione delle contraddizioni, ricorso a fonti meno efficienti e più costose, e poi ancora inflazione, perdita di export, dismissione industriale ecc…perché qualcuno che non sa far di conto ha deciso di non importare gas e petrolio a buon mercato dalla Russia per appoggiare l’Ucraina, nuovo pericoloso giocattolo di Washington.
Gli italiani non vedono alcun vantaggio a tenersi Draghi mentre stanno sborsando di tasca loro per i rincari in ogni ambito ottenendo in cambio prodotti e servizi sempre più scadenti. Il Piano Nazionale di Rinuncia e Rincretimento non salverà l’Italia dal vicolo cieco in cui si è ficcata, forse a malapena tamponerà il disastro prima della completa rovina. C’è da scommetterci che, ancora una volta, il gioco al massacro europeo peserà preponderantemente sullo Stivale ormai disabituato alle scelte politiche serie. Mala tempora currunt.
Per concludere, una piccola chicca. Anche i neuroscienziati si sono bevuti il cervello. Sembra una barzelletta ma non lo è. Sul Corriere un gruppo di questi ha firmato un appello a favore di Draghi. Sentite cosa sono riusciti ad affermare:

“…Nei mesi scorsi abbiamo lavorato a realizzare gli obbiettivi del Pnrr creando progetti articolati per studiare il cervello e le sue malattie, e per migliorarne la cura per tutti. In natura esistono due tipi di decisioni. Decisioni «rapide» che sono prese sulla base di stimoli primitivi, spesso guidate dalla paura, dall’emotività, dal senso del pericolo e da guadagni a breve termine. E poi ci sono decisioni «lente» prese sulla base di un calcolo razionale delle scelte e dei rischi. Decisioni lente sono più difficili perché sono meno istintive e richiedono una riflessione più approfondita. In natura è ottimale utilizzare entrambi i tipi di decisione, ma in genere decisioni rapide sono più frequenti in animali con sistemi nervosi semplici e in persone che si mettono nei guai. Decisioni lente richiedono sistemi nervosi più complessi e sono caratteristiche di persone, organizzazioni e società che hanno successo nella vita. Infatti mentre le decisioni rapide sono spesso individuali quelle lente richiedono inclusione e partecipazione. In relazione alle sfide difficilissime che dovremo affrontare nei prossimi mesi — inflazione, energia, relazioni internazionali, bilancio e realizzazione piani Pnrr — l’Italia, in questo momento, deve evitare decisioni rapide di pancia e riflettere. Chiediamo che il Parlamento e la classe politica italiana ricompongano le fratture esistenti o che almeno si trovi una soluzione affinché il governo del Primo ministro Mario Draghi, a cui esprimiamo tutta la nostra stima e apprezzamento per il lavoro svolto, continui.”

Mettere la scienza al servizio della politica con simili argomenti da strapazzo è pseudoscienza a supporto di pseudopolitica. I signori neuroscienziati firmatari dell’Appello non riflettono ma si flettono, il che li scredita sotto ogni punto di vista. In questo povero paese scienza e scienziati stanno subendo la stessa sorte di tutto. Uno sfacelo completo dal quale non si salva nessuno, men che meno simili dotti ridotti a cialtroni. Che pena.