Smettetela commentatori del c…
Si sta rischiando di far diventare simpatica la Clinton; o addirittura di sollecitare sentimenti di pena e di solidarietà per certe debolezze di salute. E’ incredibile il degrado ormai raggiunto in tema di comprensione di che cos’è la politica e una corretta polemica in contrasto con una data impostazione strategica per appoggiarne una contraria. Se anche un candidato presidenziale avesse il cancro, sarebbe seccante cambiarlo in corso d’opera, ma non sarebbe una catastrofe. Oppure ha alcune “debolezze” psichiche? Non potrebbe fare il pazzo e condurre tutto il mondo alla perdizione come pensano i veramente psichicamente deboli commentatori di politica. Ha lei la valigetta con una serie di comandi che potrebbero scatenare il finimondo….. nel mondo, dicono gli sciocconi. Balle, sarebbe comunque bloccata. Qualsiasi dirigente supremo d’un paese, anche il “dittatore”, è in ultima analisi il rappresentante d’un determinato gruppo di potere, che segue una data linea politica. E se a un certo punto, per sua decisione o per qualsiasi altro motivo (anche psichico), il capo devia troppo dalle intenzioni di chi lo attornia e lo sostiene (in quanto suo rappresentante presso il popolo che, per infantilismo, ha sempre bisogno di identificare la politica con una persona e le sue decisioni individuali), viene “messo a riposo”. Accadde a Kennedy, assai popolare, che fu accoppato. Accadde a Nixon, cui si organizzò un bello “scherzetto” con il watergate, ecc. E c’è chi perfino sospettò che Stalin fosse stato fatto fuori in qualche modo (chi disse che gli sparò Beria, suo uomo di fiducia, chi sostenne un più lungo processo atto a procurargli una malattia, ecc.). Non credo a queste voci, ma sono convinto che, se il massimo dirigente sgarra oltre certi limiti da ciò che vuole il suo gruppo di potere, viene in qualche modo messo in riga, vivo o morto. Allora il problema, per qualsiasi commentatore serio di politica, è quello di provare a capire per quale motivo il gruppo, che si rappresenta in quel capo, lo abbandona ad un certo punto. Kennedy era convinto della necessità di lasciare spazio a Krusciov nella direzione dell’Urss. Fece alcune mosse (perfino consentendogli di mettere i missili a Cuba), che poi dovette rimangiarsi precipitosamente ma senza probabilmente abbandonare certi contatti segreti con il capo sovietico, cosa su cui si trovò in contrasto perfino con chi lo aveva appoggiato fino allora. Nixon voleva indebolire il quadro sovietico con l’apertura alla Cina di Mao e anche al Vietnam dopo i pesantissimi bombardamenti (anche su Hanoi) del periodo natalizio del 1972 tesi ad ammorbidire i nordvietnamiti nei negoziati che condussero agli accordi di fine gennaio ‘73 a Parigi. Disaccordo netto anche nel suo entourage (sbagliando perché ciò mise gli Usa in una condizione di successiva sconfitta) e, dunque, watergate e dimissioni del presidente. La stessa cosa con “mani pulite”, che liquidò un regime italico durato per decenni (durante il mondo bipolare, ma considerato dagli Usa non più confacente ai suoi interessi dopo il crollo dell’Urss e campo “socialista”) quando ancora aveva una sua maggioranza elettorale, che non a caso si riversò su Berlusconi e lo fece vincere nel marzo 1994. E allora ulteriore complotto contro il “nano”, poi lunga pausa elettorale con il governo “tecnico” (balla colossale) Dini dal gennaio ’95 all’aprile ’96. Pensate: un anno e quattro mesi per convincere il popolo a mutare prospettiva come volevano gli Usa dando infine la maggioranza elettorale ai vermi del fu Pci e “sinistra” Dc, gli affossatori d’Italia guidati da Prodi. Quindi, ingenui o falsi commentatori di politica, smettetela di rompere con le malattie della Clinton. Pensate a che cos’è la politica Usa e quella dei servi che più servi non si può in questo paese ormai disfatto, una cloaca a cielo aperto.