SONO FINITI I SOGNI; RIMETTETE I PIEDI PER TERRA

gianfranco

 

Se non ci fosse stata la prima guerra mondiale – e quel “vaso di coccio”, che era ormai l’apparato statale zarista, non fosse crollato con anche il forte malcontento in specie in alcune zone centrali (città) della Russia a causa della guerra e del suddetto crollo, ecc. – Lenin poteva sognare finché voleva, ma sarebbe passato alla storia come un intelligente e anche innovatore marxista, non certo come chi ha fatto (non lui soltanto) la rivoluzione. Inoltre, ripeto quanto detto ormai mille volte: quella rivoluzione, importantissima, non ha nemmeno iniziato ciò che veramente voleva costruire. Non certo con la Nep, lanciata a ormai 4-5 anni dall’ottobre ’17, non certo poi con Stalin (cui io attribuisco però egualmente altri meriti), ecc. I risultati finali di quell’evento rivoluzionario, che sempre meglio possiamo valutare di questi tempi con la giusta prospettiva storica, non hanno nulla a che vedere con gli ideali diffusi a piene mani e per cui moltissimi hanno dato la vita.

Adesso, bando ai sogni fino alla prossima epoca di “ebollizione”, in cui nasceranno nuove ideologie e nuovi ideali, nuovi entusiasmi e credenze in grandi avanzate dell’umanità, ecc. Per adesso, è del tutto indispensabile un po’ di freddezza e di analisi oggettiva della stagione passata e del presente molto pasticciato e caotico. Il passato è passato e va studiato, valutato, ecc., non assolutamente riproposto in nessun senso. Così agendo, si ritarda soltanto la transizione all’epoca successiva; si è allora dei veri reazionari e conservatori. Non lo sono solo i liberal-liberisti, ma anche quelli che sognano ancora la società giusta, piena d’amore reciproco, confusa con il comunismo, che fra l’altro un uomo nient’affatto coglione come Marx non ha mai proposto in questo senso da ritardati mentali. In ogni caso, il rivoluzionario, oggi, deve rimettere tutto in discussione.

Ed io mi sento proprio in questa veste sostanziale. Intendiamoci: non penso per nulla di stare trovando una nuova teoria sociale adeguata ai tempi. Sarei ridicolo. Perfino un genio come Marx, se fosse nato nel 1790 invece che nel 1818, si sarebbe trovato nella seconda metà anni degli ’40 dell’800 – quando si è evidenziata la nuova epoca con decantazione del Terzo Stato in quei gruppi sociali che furono borghesia e proletariato (o classe operaia) – a oltre 50 anni e dubito che avrebbe teorizzato ciò che espresse nel “Manifesto” del 1848. Ognuno è figlio dei suoi tempi e non può rifarsi una mentalità (e cultura) diversa e avere la mente fresca pronta a ricevere i nuovi input. L’importante è capire che si è invecchiati anche teoricamente, meditare e porre in luce le carenze delle vecchie teorie, i necessari “punti di fuga” da esse. Poi occorre una nuova generazione valente e che sappia pensare, che la smetta di giocare con i telefonini (mezzi di istupidimento per eccellenza), che non si venda subito ai potentati ormai decrepiti e intorpiditi, ecc.

Allora, nascerà infine una nuova ventata politica, anche con venature ideologiche e magari perfino vagamente utopiche. Tuttavia, saprà apportare le cose nuove necessarie a sollecitare effettivi movimenti dotati di senso (e di successo), che inseguiranno nuovi alti ideali; e con questo comportamento cambieranno ancora una volta il mondo. Poi, negli almeno cinquant’anni successivi (e anche più), si vedrà che i risultati raggiunti non sono quelli originariamente desiderati; dovranno allora sorgere altri pensatori che rimuginano sul perché ciò non è avvenuto, dove stava l’errore delle teorie che hanno guidato quella ondata storica. E il ciclo si riproporrà; come sempre, questa è la vita nostra, non il raggiungimento definitivo di una società ideale dove tutti sono felici e contenti. Consiglio di vedere un filmetto delizioso del 1960: “L’uomo che visse nel futuro”. Semmai cercherò di parlarne (quando avrò tempo). Molto istruttivo.