SPERO SIA LECITO di GLG
Spero sia lecito nutrire dubbi e perplessità su ciò che afferma il Presidente della Repubblica senza che ciò suoni come offesa a lui come a nessun altro. Non avendo studiato a fondo
Tuttavia, vogliamo anche consigliare di non dare finanziamenti a pioggia, senza selettività alcuna? Vogliamo esplicitare che ci sono sprechi incredibili? Sarebbe desiderabile che si facessero scelte precise. Per carità, non semplicemente verso i settori della ricerca tecnico-scientifica; anche le scienze sociali e umane, anche la cultura letteraria e artistica, sono importanti per una società che si voglia “civile”. Tuttavia, bisogna veramente che si tratti di cultura di rilevanza, e soprattutto capace di incidere in qualche modo su una società che continua – anzi incrementa esponenzialmente – l’ascolto dei Festival di S. Remo, del Grande Fratello, dell’Isola dei famosi, dei litigi pienamente urlati e dispiegati. Ma pure certi campi scientifici vanno un po’ meglio tarati e ricalibrati. Non voglio dire male in assoluto della biopolitica, ad esempio, ma non sembra proprio a nessuno che fioriscano troppi centri e insegnamenti del genere? E quando si danno milioni di euro a campagne, più o meno motivate scientificamente (non mi sembra che i personaggi gratificati siano scienziati), contro gli OGM, non è che si tratti di guardare certi finanziamenti un po’ più da vicino? Si potrebbe continuare, ma non spetta a me farlo.
Bisogna però incoraggiare il Governo ad eliminare gli sprechi. La ricerca è importante per superare la crisi, sostiene il Presidente. Intanto, questa affermazione implica francamente una visione un po’ (molto) semplicistica della crisi in atto. Inoltre, se proprio si vuol sostenere la ricerca che aiuta nella crisi, allora dovremmo veramente sacrificare molto tutto ciò che è cultura “umanistica”; mi si permetta di pensare che ciò sarebbe negativo. Infine, non credo faccia male a questa crisi risparmiare soldi buttati via per una serie di camarille universitarie, spostando i finanziamenti verso chi produce reddito. Senza poi considerare che, non per superare la crisi (facciamo scommessa che ci saremo presto dentro, malgrado le tante chiacchiere in “alto loco”?), ma per uscirne nel meno peggiore dei modi possibili, è fondamentale un’adeguata politica estera – fra l’altro appoggiando quei settori economici decisivi allo scopo di fornire un contributo rilevante a quest’ultima – per condurre la quale, con efficacia e un minimo di influenza, bisogna impiegare una buona quantità di risorse in molti modi, non tutti forse chiari e limpidi come acqua di fonte.
Infine – in un’epoca in cui si parla tanto di “etica negli affari”, delle malversazioni finanziarie, un po’ superficialmente considerate la causa delle cause della crisi – si vorrà mettere mano alla revisione dei concorsi universitari? Spero non si negherà che sono assai spesso una sostanziale cooptazione? Quindi, dando per scontato che dobbiamo evitare tagli indiscriminati, non schieriamoci però toto corde con tutto l’apparato di insegnamento e ricerca; tagliamo quella parte poco efficiente, poco produttiva, poco trasparente; e dove gli sprechi sono ben noti a chi non si mette il paraocchi. Se la più alta carica dello Stato, esempio per tutti, volesse esprimere anche indirizzi come quelli molto schematicamente qui espressi, nessuna perplessità potrebbe sfiorare più alcun cittadino. Almeno credo così. E mi si scusi se mi sono permesso.