STAGNAZIONE, di GLG
E’ un discorso tutto infarcito di tecnicismo che gli economisti usano per apparire esoterici e farsi credere dei grandi maghi, cui prestare fede pur senza capirci nulla. Comunque, l’importante è che anche loro, pur non parlando al volgo (che non deve capire nulla e restare beatamente ignaro), concludono per una lunga fase di stagnazione. Chi mi ha letto sa che sostengo questo dal 2008, quando è iniziata la crisi di cui oggi si annuncia, “forse”, il superamento tramite quella che viene significativamente definita “ripresina” (e ina, ina, in Italia). Ho spiegato ben diversamente la cosa, ho fatto anche riferimento all’esperienza molto indicativa del ’29 con il suo mezzo di superamento, il New Deal; in definitiva una irrorazione di moneta per risollevare la domanda complessiva, di consumatori e investitori (un po’ come ha fatto in tono minore Draghi adesso), che diede avvio ad una “ripresina” per due anni. Poi la stagnazione ricominciò e fu superata dalla guerra, strumento che nessuna Banca, nemmeno la BCE, può credere di battere in potenza per il rilancio della produzione e dell’economia in generale. Ma non per puri motivi economici, non perché la spesa militare è tipicamente “keynesiana”: produce beni e accresce il reddito dei “produttori” e, inoltre, manda i beni prodotti alla distruzione in guerra così non ingorgano i mercati. No, il problema è diverso e l’ho spiegato in questi anni, in tanti anni; discorsi certo poi ripresi con particolare insistenza e ampiezza a partire dal 2008. Ci torneremo, ma mi premeva far notare questo articolo che smentisce le balle raccontate da Draghi ai profani in merito ad una ripresa duratura e consistente.