USA – Cina: Esplorare l’equilibrio sottomarino
[traduzione di Alfredo Musto da: U.S., China: Exploring the Undersea Balance | Stratfor]
Nota del redattore: Rim of the Pacific (RIMPAC), un’esercitazione marittima multinazionale condotta ogni due anni intorno alle isole Hawaii, si terrà nel periodo 27 giugno-7agosto. Quella di quest’anno segna un passo importante nella proiezione di potenza e nell’interoperabilità tra le nazioni partecipanti, mentre gli Stati Uniti iniziano il loro spostamento strategico verso la regione del Pacifico, con particolare riguardo alla Cina, potenza emergente della regione, che non era tra le 21 nazioni invitate dal Washington a partecipare. Questa serie analizzerà le capacità navali visualizzate durante gli esercizi e le soppeserà nel contesto delle relazioni regionali.
Tra le 22 nazioni partecipanti alle esercitazioni RIMPAC di quest’anno, quattro contribuiranno con sottomarini, e gli Stati Uniti saranno l’unica nazione a contribuire con sottomarini a propulsione nucleare. La Cina sarà probabilmente interessata alla capacità sottomarine degli Stati Uniti evidenziate durante RIMPAC. Negli ultimi due decenni, la flotta sottomarina della Cina è cresciuta significativamente in dimensioni e capacità. La flotta svolge un ruolo importante nella difesa immediata delle acque territoriali e nell’ambito della dottrina di contro-intervento cinese. Tuttavia, nonostante i notevoli progressi della Cina nello sviluppo della capacità sottomarina, in un conflitto improbabile con gli Stati Uniti, la Cina nelle operazioni sottomarine resterebbe limitata da fattori geografici e dalle capacità superiori della flotta sottomarina statunitense.
Gli anni 1990 furono un punto di svolta importante per la flotta sottomarina cinese. La Cina ha costruito o acquistato diversi nuovi modelli, ponendo le basi per una significativa espansione del numero di imbarcazioni operative foriera di un miglioramento sostanziale della qualità delle classi Romeo e Ming operati precedentemente. Nel 1994, la Cina ha commissionato il primo sottomarino classe Kilo – acquistato dalla Russia – e ha lanciato il primo sottomarino indigeno di classe Song (anche se questo mezzo non entrerà in piena funzione operativa fino al 1999). Nel 1995 o 1996, la Cina ha iniziato a costruire anche il suo nuovo sottomarino di attacco nucleare classe Shang.
LE CAPACITA’ DELLA CINA
Gli investimenti che i cinesi hanno fatto nella loro flotta sottomarina sono stati ripagati: la marina militare cinese opera oggi con la più grande flotta sottomarina a propulsione tradizionale del mondo, insieme con una piccola ma crescente flotta di sottomarini a propulsione nucleare. Attualmente, si ritiene che i cinesi stiano lavorando ad un sottomarino migliorato della classe Yuan diesel-elettrico che probabilmente potrà utilizzare una propulsione indipendente dall’aria, che consentirebbe all’imbarcazione di rimanere in immersione per periodi di tempo più lunghi.
I sottomarini cinesi diesel-elettrici possono essere utili in diversi scenari operativi. Questi possono variare dall’attaccare le navi nemiche al condurre le operazioni di posa delle mine e anche per missioni di ricognizione. Di più, i sottomarini cinesi sono uno degli strumenti primari negli sforzi di Pechino per costruire una capacità di contro-intervento per negare o limitare l’accesso alle navi USA (e degli alleati) nei suoi mari vicini. Dal punto di vista di Pechino, questi includono il Mar Giallo, il Mare Orientale e il Mare Meridionale Cinese.
I sottomarini, in particolare, rappresentato la piattaforma navale cinese che ha più possibilità di sopravvivenza. Essi possono, almeno in teoria, interdire le navi nemiche prima ancora che entrino nei mari cinesi conducendo le operazioni nello spazio di mare più grande tra ciò che la Cina chiama la prima e la seconda catena di isole (grosso modo, il Mare delle Filippine).
Il Dipartimento della Difesa statunitense definisce la strategia di contro-intervento della Cina “anti-access/area denial” (A2/AD). Numerose piattaforme, armi e tattiche fanno parte di questa strategia, tra cui una di cui si è molto parlato è il missile balistico antinave. Tuttavia, l’ex capo della US Pacific Command l’ammiraglio Robert Willard ha osservato nel dicembre 2010 che la flotta sottomarina cinese rimane la principale minaccia nell’arsenale A2/AD. Questa minaccia potenziale è stata sottolineata da un incidente avvenuto nel mese di ottobre del 2006, quando un sottomarino di classe Song cinese non è stato rilevato fino a quando non emerse a meno di otto chilometri (cinque miglia) da una portaerei statunitense – una distanza ben all’interno della gittata dei siluri sottomarini e missili anti-nave cinesi.
I sottomarini cinesi convenzionali, sebbene difettino di resistenza e dimensioni se confrontati con sottomarini oceanici a propulsione nucleare, sono più adatti alle acque litorali dei mari vicini cinesi. Imbarcazioni diesel-elettriche silenziatei che operano a bassa velocità possono rimanere più nascoste nelle acque litorali, perché in acque poco profonde, l’energia acustica propagata da sonar attivi e passivi è più incline a riflettere il fondo marino che non in acque profonde. Invece, quando si opera in condizioni di acque profonde, le tonalità dei sottomarini si propagano molto più velocemente e quindi i sottomarini sono molto più vulnerabili alla rilevazione. Quando si opera nelle acque litorali dei mari vicini, i sottomarini cinesi avranno anche il vantaggio della copertura aerea in grado di scacciare aerei anti-sommergibili come il P-3 Orion.
LA FLOTTA SOTTOMARINA USA
Anche se Washington è preoccupata per le crescenti capacità della flotta sottomarina di Pechino, tuttavia capisce che il “servizio silente” posseduto dagli Stati Uniti rimane di gran lunga la forza più avanzata ed efficace di tutto il mondo. Con installazioni in tutto il mondo e con la necessità di un flotta oceanica in grado di garantire le rotte marittime e le rotte commerciali più distanti, tuttavia la flotta attiva degli Stati Uniti non comprende alcun sottomarino diesel-elettrico. Invece, gli Stati Uniti mantengono la più grande flotta di sottomarini d’attacco nucleare nel mondo (che, con 54 imbarcazioni, ha circa la stessa dimensione della flotta cinese sottomarina convenzionale). Tuttavia, i sommergibili americani sono sparsi in tutto il mondo a sostegno degli interessi globali degli Stati Uniti.
Sin dalla guerra fredda quando gli Stati Uniti erano profondamente impegnati per un’eventuale terza Battaglia dell’Atlantico contro i sommergibili sovietici, gli Stati Uniti hanno compiuto notevoli progressi nello sfruttare le tecnologie relative alla rilevazione acustica passiva ed al silenziamento sottomarino. Questi progressi hanno reso il sottomarino nucleare l’arma anti-sommergibile prominente nell’arsenale degli Stati Uniti. La disparità è particolarmente evidente quando si confrontino i sottomarini nucleari degli Stati Uniti delle classi Virginia o Seawolf ai comparativamente più rumorosi sottomarini nucleari cinesi classe Shang.
Inoltre, le operazioni di sottomarini convenzionali cinesi avranno uno svantaggio maggiore contro le forze sottomarine statunitensi quando si opererà in ambienti di acque profonde, in particolare nel Mar delle Filippine. Non solo i sommergibili cinesi opererebbero al di là della copertura aerea cinese, ma sarebbe per loro una sfida anche solo arrivarci. Le uscite principali dai mari vicini cinesi verso il Mar delle Filippine sono attraverso le isole Ryukyu a nord-est di Taiwan o lo stretto di Luzon a sud-est di Taiwan. Queste uscite sono strozzature strategiche che potrebbero essere coperte dai sottomarini nucleari statunitensi che effettuassero pattugliamenti anti-sottomarini e per mezzo di sistemi di sorveglianza oceanica che utilizzassero il rilevamento acustico passivo.
La flotta sottomarina cinese è cresciuta significativamente in dimensioni e capacità e rimane una componente fondamentale della strategia A2/AD della Cina. Tuttavia, nel caso improbabile di un conflitto armato cinese contro gli Stati Uniti, la flotta sottomarina cinese sarebbe limitata da notevoli difficoltà geografiche e si scontrerebbe contro una ben più robusta flotta sottomarina statunitense.