“SUICIDIO” DELLA LEGA, scritto da GLG 17 maggio ‘12

 

Così titola qualcuno oggi. Bene, se è suicidio, è “suicidio assistito”. E’ difficile per gli ingenui credere alla possibilità che qualcuno, nella Lega, abbia potuto procedere alla preparazione di uno sconquasso simile. Più facile è attaccare la magistratura come se agisse per conto suo, magari perché ha ancora “riflessi rossi” (la stupidità degli anticomunisti viscerali non smette mai di stupire). Più facile ancora pensare all’aggressione di “forze oscure” esterne, magari del Pdl, per impedire che la Lega approfittasse del tradimento di Berlusconi per attirare l’elettorato incazzato con il governicchio Monti, distruttore di ogni possibilità italiana di saper almeno galleggiare nella crisi. Infine, se qualcuno ha avuto il sospetto (fondato) che l’azione anti-Bossi sia partita dall’interno (Maroni-Tosi) per impadronirsi del partito, arriverà alla conclusione di un’operazione sfuggita di mano e andata al di là delle intenzioni; e magari perché si sono subdolamente inserite forze di tipo esterno pronte a sfruttare la situazione.

E se, maliziosamente, pensassimo in modo diverso? Berlusconi sta procedendo spedito allo sfascio del Pdl per mantenere quella che, a mio avviso, è stata la sua promessa ad Obama (e Napolitano), e per la quale chiede insistentemente di essere lasciato in pace con i processi e le sue aziende. Tuttavia, non lo si è convinto solo tramite questa via. Vedo che il gen. Laporta ha avanzato più o meno l’ipotesi da noi asserita più volte, quella del “consiglio che non si può rifiutare”; e considerando i continui rapporti avuti dalle Amministrazioni Usa con la mafia – dallo sbarco in Sicilia, all’appoggio iniziale a Giuliano poi liquidato in seguito alla tranquillizzante vittoria elettorale democristiana del 18 aprile 1948, al delitto Mattei, all’installazione della base militare a Comiso, ecc. – trattare i vari presidenti americani da “padrini” non è poi una gran forzatura.

Solo che non mi riferirei esclusivamente alla telefonata della Clinton a Berlusconi, ma soprattutto al fotografo che riuscì a riprendere l’ex premier in Sardegna. Il segnale è più chiaro: quando vogliamo, la macchina fotografica verrà sostituita da altro arnese, e i Servizi non muoveranno un dito, come non perquisironola D’Addario andata all’appuntamento con Berlusconi munita di registratore. Quindi, non vi è solo la minaccia grave per l’ex premier (e la sua famiglia), ma il chiaro monito: i Servizi sono “nostri”, seguono ciò che comandiamo noi, gli “amerikani”, e i nostri sicari italiani. Anche a Gheddafi non fu lasciata altra scelta se non mantenere un po’ di dignità e morire o calarsi le braghe passando alla storia come un invertebrato, un traditore di basso conio. Lui scelse per la dignità, l’ex premier italiano ha preferito impegnarsi nella disgregazione del suo partito al fine di preparare la strada a qualche altro “cotoniere” meno logorato di lui. La stessa decisione, in direzione della Lega, può essere stata imposta all’ex ministro degli interni, fra l’altro solleticato nella sua ambizione perché può portare lui stesso al vertice della nuova “accozzaglia”; non come dovrà probabilmente fare Berlusconi, cedendo il testimone ad un suo “similare”.

Il Pdl e la Lega vanno scassati, con creazione di eventuali altri polloni, che dovranno dare qualche soddisfazione a chi è rimasto inorridito dalla politica (chiamiamola così!) di questi due partiti, pur diversi come consistenza organizzativa e quindi sottoposti ad azioni dissolutive differenti. Berlusconi dà continui strattoni dall’interno, con ineffabili manifestazioni di appoggio a Monti, un autentico tradimento del proprio elettorato. Sembra che circa il 40% di quest’ultimo sia astensionista o voti per la sedicente anti-politica. Nel contempo, c’è tensione sempre maggiore all’interno con una serie di parlamentari e dirigenti partitici pronti a formare un altro gruppo, che tuttavia dovrebbe mantenere contatti con la nuova fase del “berlusconismo” (divenuto assai più centrista “alla democristiana”, detto grosso modo). Anche la Lega dovrà passare per una sorta di dissoluzione, o almeno frammentazione, con creazione di nuovi gruppi maggiormente direzionati verso la moderazione “centrista” onde meglio servire la nuova, e più cogente, subordinazione alla strategia americana, che si sta staccando in parte dall’Asia (dalle zone più occidentali della stessa) per concentrarsi in Europa e Nord Africa, anche in vista di possibili compromessi con la Russia.

Lo sfascio del sedicente centro-destra – accompagnato dall’incapacità della cosiddetta “destra storica” di staccarsi da una tradizione del tutto obsoleta, non accettata o non più ricordata dalla maggioranza degli italiani, tradizione che penso quindi ineffettuale – riporterà in auge l’altrettanto sedicente “sinistra”, in cui prevalgono sempre più le correnti ultra-moderate, da non confondersi con la socialdemocrazia dei tempi di Mitterand o di Brandt e Schmidt, pericolosi “estremisti” in confronto agli attuali. L’odierna “sinistra”, decisa fautrice dell’asservimento al neo-atlantismo (di cui gli organismi UE sono i tentacoli), rischia di prendere il sopravvento in larga parte d’Europa; e grazie all’azione di moderata opposizione – che si tradurrà in effettiva, sia pure mascherata, collaborazione – da parte delle forze di finto centro-destra, profondamente sfasciate e con un certo maquillage rifatto, coadiuverà appunto la nuova strategia americana con le finalità appena sopra indicate.

Si tenga presente la base sociale, parzialmente differente, tra centro-destra e centro-sinistra. Comunque, qui si apre un campo veramente immenso, e persino preoccupante per le nostre capacità d’analisi ancora scarse. Credo comunque, ma la butto per il momento là, che l’eventuale gestazione di qualcosa di nuovo al fine di rilanciare una maggiore autonomia nazionale possa venire dalla massa informe di coloro che si sono rivolti negli ultimi vent’anni al “centro-destra”, in particolare se quest’ultimo, come detto, sarà attraversato dal terremoto. Il nuovo non nascerà però dai dirigenti di questi partiti, invischiati in dissoluzioni e nuove soluzioni, tutte truffaldine, tutte fatte per ridare inutili speranze agli elettori delusi o infuriati. Non so se sarà possibile sottrarre all’azione ingannatrice di questi dirigenti inetti e infidi le masse in questione, ancora troppo convinte di soluzioni meramente elettorali, probabilmente destinate a premiare le “sinistre” fellone e filo-neoatlantiche. D’altra parte, vedo anche nelle forze, che dovrebbero fare chiarezza e prendere la testa di un simile eventuale movimento, una confusione notevole. Sia la “sinistra” detta radicale che la “destra”, definibile nello stesso senso, mi sembrano inseguire nostalgie e volontà di impossibili riscatti e rivincite. Se s’insiste in tale direzione, la via dell’affossamento d’Europa, e del nostro paese, è segnata; si dovrà allora abbandonare veramente ogni speranza e “darsi all’ippica”.