T-14, LA NUOVA FRONTIERA DELL’MBT di G. Caprara
E’ stato ufficialmente presentato il nuovo MBT russo T-14, costruito dalla Uralvagonzavod. Le immagini mostrano un carro armato in sintonia con le recenti filosofie costruttive e di design occidentali. È più lungo ed alto rispetto al T-72/90 di cui è il sostituto. La caratteristica fondamentale del T-14 Armata è nella torretta senza pilota, infatti tutti e tre i membri dell’equipaggio, comandante, mitragliere e pilota, sono accomodati in una cellula di sopravvivenza blindata multistrato sistemata nella parte anteriore dello scafo. L’armamento principale è il cannone da 125 mm a canna liscia 2A82A, con una accuratezza al bersaglio stimata al 15% superiore se paragonata al modello precedente. Il cannone è alimentato da un caricatore automatico di 32 colpi, su una riserva di 45, ed è stata implementata anche la regolazione del tiro in funzione del movimento e della velocità del T-14. L’armamento secondario è affidato ad un cannone coassiale da 30 mm per difesa contro velivoli ad ala mobile, ed una mitragliatrice da 12,7 millimetri con capacità di intercettare razzi anticarro dalla velocità di 3 km al secondo, per mezzo di un radar doppler: il controllo del fuoco computerizzato calcola automaticamente la soluzione di tiro basandosi sulla misura dell’angolo di attacco del vettore avversario, tramite un sensore montato sull’estremità della torretta. Il disegno del guscio è notevolmente diverso dal T-72/90, in particolare le differenze di rilievo sono nelle sette ruote al posto delle usuali sei, e nella corazzatura multistrato passiva in grado di proteggere il carro contro mine ed armi avanzate, infatti sembra che i missili dell’elicottero Apache non siano in grado di perforarla. Il punto di forza dei dispositivi passivi è nell’Afganit, del tutto simile all’israeliano Trophy, un sistema che può eludere l’offesa di missili o proiettili anticarro sfuggiti all’armamento di difesa. Il nuovo tank dovrebbe essere destinato a variare gli equilibri di forza, in quanto sembra superare tutti gli aggiornamenti apportati ai carri armati occidentali, questo perché la filosofia costruttiva pare essere molto più avanzata dei precedenti mezzi analoghi. La continua evoluzione tecnologica, rende obsoleto qualsiasi oggetto, nonostante le migliorie che possano essere apportate. Di fatto tutti i nuovi prodotti tecnici sono destinati ad acquisire una posizione predominante rispetto ai passati. In particolare sui mezzi complessi come un carro da combattimento, l’evoluzione non è ristretta solo alle capacità di offesa, ma soprattutto al propulsore, ai software di bordo ed ai sistemi difensivi. Se queste premesse saranno soddisfatte, l’MBT russo si porrà in posizione di predominanza rispetto agli Abrams statunitensi ed ai Leopard 2, ma la superiorità dovrà essere mostrata in combattimenti reali, questo perché le sperimentazioni non possono simulare completamente gli scenari reali. La dottrina di impiego dei mezzi corazzati parrebbe obsoleta, in quanto non devono essere impiegati da soli, infatti senza la necessaria copertura aerea, possono diventare dei facili bersagli. Gli Stati Uniti, sono profondi sostenitori della Rapid Dominance intesa come una componente indispensabile per il controllo del territorio, incentrata sulla mobilità dei mezzi impiegati proporzionata alla potenza di fuoco, e dalla rapida prontezza operativa. L’ultimo confronto classico fra mezzi corazzati è del 1991 durante l’operazione Desert Storm, ma solo dopo che l’aviazione irachena era stata decimata. In un passato più remoto l’impiego massiccio di MBT accadde nella guerra dello Yom Kippur, dove gli attaccanti erano protetti dai sistemi antiaerei di fabbricazione russa, ma quando Israele ottenne la supremazia aerea la guerra ebbe la sua svolta finale. L’evidenza suggerisce che il carro armato ha funzioni ridotte in combattimenti simmetrici, ma assume un ruolo predominante in quelli asimmetrici. Di fatto la centralità del blindato è correlata alle nuove minacce geopolitiche, dove il nemico da combattere lo si affronta in scenari a bassa conflittualità come il terrorismo od il controllo del territorio. In questo caso si trasforma in un mezzo complesso per la protezione nell’attività di sicurezza e di deterrenza, acquisendo quella versatilità e polivalenza necessaria ad assolvere alla missione. Un MBT, perciò deve essere valutato in ambienti caratterizzati dall’orografia e dalle condizioni climatiche tra loro diverse, pertanto la peculiarità dei carri da combattimento sarà quella di adattarsi allo scenario in cui saranno impiegati, fattori già affrontati dai blindati antecedenti al T-14.
Giovanni Caprara
Fonti:
Army Recognition, Analisi Difesa, Business Insider, Caffè geopolitico.