di Antonio Terrenzio
Questo articolo è una risposta alle argomentazioni fornite in un Convegno di Casa Pound dal nome “Né con Washington né con Mosca”
https://www.youtube.com/live/R3J5If6a52E?si=1s7O7nSUPcXdBM1K e di come esse siano il risultato di confusione e di imposture ideologiche alle quali cercheremo di rispondere.
Parte della destra radicale ha abbracciato le ragioni di Kiev, sostenendo l’idea di un attacco della Russia all’Europa, e che l’esercito russo stia svolgendo un’operazione militare negli interessi degli USA. È in sostanza l’idea della Yalta II, che permetterebbe ancora una volta di schiacciare l’Europa negli interessi dei suoi storici nemici, USA e Russia appunto.
Evitiamo qui di ricostruire gli eventi che tutti sanno e che hanno portato dopo Euromaidan, ad un governo fantoccio degli occidentali e alle armi fornite ai gruppi para nazisti dalle forze della NATO, ed andiamo dritto ai temi trattati dagli intervenuti.
In “Né Washington né Mosca”, risalta lo slogan della destra radicale in voga fino agli anni 80.
Oggi, l’idea di vedere USA e Russia su un piano paritetico è semplicemente fuori dalla storia, dato che i cosiddetti filo-russi (e nello specifico di destra), non aspettano che questi li “liberino”, né che sostituiscano le basi della NATO con le loro. Attualmente siamo colonia degli Americani come non si risparmiano di ricordarci anche gli analisti della Geopolitica mainstream, Lucio Caracciolo e Dario Fabbri. Quindi l’obiezione di carattere binario:”Vuoi farti occupare dai carri dell’armata rossa”, poteva valere con il mondo ancora diviso in blocchi, non adesso. Non si tratta di sottomettere l’Europa a nessuno, né ad Americani, cinesi o russi, né tantomeno aderire al sistema di valori di questi ultimi.
Altra idea falsamente in voga in alcune frange di tali “camerati” è l’impostura dialettica che: “La Russia invadendo l’Ucraina abbia resuscitato la NATO”, come se quest’ultima non si sia costantemente avvicinata al suo esterno prossimo inglobando ben 14 Repubbliche dell’ex patto di Varsavia. Inoltre Finlandia e Svezia hanno sempre fatto parte del campo militare occidentale, e la loro entrata ufficiale nella NATO, è stata una ricaduta di un equilibrio che si era rotto il 22 febbraio del 2022, con l’attacco russo in risposta alla decisione del Joker di Kiev di violare lo stato di neutralità richiesto dalla Federazione Russa per ragioni di sicurezza nazionale. Diverse fonti, tra le quali quelle del Prof. Orsini, ricordano anche il piano dell’esercito ucraino di attacco alla Crimea. L’attacco russo quindi, sarebbe stato inevitabile.
Tutt’ora chi parla di sacrificio del sangue ucraino, lo fa con la coscienza sporca del medesimo sangue.
In risposta alla minaccia “Euroasiatica”, si propone una rinascita industriale, tecnologica e militare. Sulla fumosità di un esercito Europeo, bisognerebbe dedicarci un articolo a parte, ma possiamo ricordare le parole di Dario Fabbri:”Quanti lituani morirebbero per l’Italia, e viceversa?”. Una domanda che vale già come risposta. Inoltre i relatori animati da buone intenzioni, dimenticano che uno degli obiettivi di questa guerra è stato quella di affossare e deindustrializzare l’Europa, con la Germania che in primis vede la recessione economica ed industriale a causa delle sanzioni e dell’interruzione delle forniture di gas. Occorre per caso ricordare ai sedicenti patrioti europei chi ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream?
https://it.insideover.com/politica/nord-stream-sono-stati-gli-ucraini-ed-ecco-chi-li-ha-aiutati.html. Se il primo attore del continente è in ginocchio lo di deve agli americani e ai loro sodali polacchi che ne fanno da ascheri.
Tutti i buoni propositi con una Europa con deterrenza nucleare e con un proprio esercito, si scontrano con la realtà dei singoli paesi mossi dai propri rispettivi interessi. Per dimostrare quanto si sostiene, basta osservare la divergenza esistente tra l’Europa Baltica con quella dei Paesi Mediterranei. Pur aumentando il bilancio militare per propiziare una autonomia politico-strategica rispetto al sovrano statunitense, non si può far a meno di ricordare che quest’ultimo farà leva sulla russofobia dei paesi dell’Est per sabotare qualsiasi intento di un’unità di obiettivi dell’Europa e con essa di autonomia. Mentre scriviamo, Polonia e i Paesi Baltici
https://fr.euronews.com/2024/09/29/les-pays-baltes-et-la-pologne-veulent-des-fonds-de-lue-pour-renforcer-leur-frontiere-avec- reclamano fondi dall’UE per impiantare strutture di difesa, più ulteriori armamenti. L’aumento del bilancio militare dei singoli Paesi, potrebbe avere addirittura un risultato controproducente rispetto a quello auspicato.
Una Europa antiliberista rispetto ad Usa e Russia?
L’attuale modello di Unione Europea è diretta emanazione del modello valoriale anglo-americano. Siamo immersi nel liberismo economico e dei costumi, e le parole di un ritorno ai modelli di socializzazione dell’impresa, di partecipazione dei lavoratori, sanno di naftalina e non vanno oltre il solito nostalgismo social-fascista. Nei discorsi formulati nell’incontro di CP emergono sempre le solite parole d’ordine, “mito”, “destino”, ecc, ma senza costrutto o possibilità di concreta realizzazione. Aldilà di ciò, non pare che l’Europa sia portatrice di un proprio modello di Civiltà alternativo a quello americano o asiatico. Siamo immersi nel mondialismo capitalista almeno quanto gli americani, con tutte le sue propaggini e scorie ideologiche fatte di ideologia green, woke ed LGBT. Anche Russia e Cina sono sistemi di economie di mercato, con la differenza enorme che lo Stato ed i loro apparati filtrano e fungono da argine a tutte derive individualistiche che stanno dissolvendo l’Occidente Liberal. Ovviamente non mancano le storture e le contraddizioni e, repetita iuvant, nessuno qui sostiene modelli valoriali di importazione “asiatica”.
La difesa di questa UE dove ad un certo punto tutti si scoprono occidental-sensibili, quando questa UE è feudo della burocrazia e della Finanza anglo-statunitense, ne rappresenta la forma degenerata, non ne giustifica l’operato dei Macron e dei Draghi come personaggi di transizione verso un modello più autenticamente sovrano. Gli attuali leader europei hanno abdicato ad un ruolo di mediazione tra i due contendenti ed hanno assecondato tutte le direttive e gli ordini provenienti dalla Casa Bianca e dal Pentagono. Se l’Europa versa in questo stato di nanismo geopolitico è a causa di questi inetti.
Non esiste Europa Potenza senza la Russia
Vale la pena ricordare che gli intellettuali di cui sopra, parlavano apertamente di un continente Euroasiatico. Questo dettaglio sembra essere sfuggito ad Adriano Scianca e ad Adinolfi figlio e padre… Lo stesso G. Faye parlava più esplicitamente di “Euro-Russia”, e parlava di quest’ultima come forza nazionale che avrebbe liberato l’Europa dalla colonizzazione islamica, dal caos e dal nichilismo individualista delle società liberal-occidentalizzate. Escludere la Russia da questo processo di integrazione equivale a fare il gioco degli americani. Come si fa infatti a ritenere i Russi responsabili di un attacco all’Europa “commissionato” dagli Usa, se come ha ricordato anche Lucio Caracciolo, George Friedman del think tank Stratford, ha dichiarato:”Abbiamo fatto quattro guerre per evitare che Europa e Russia si riavvicinassero”, seguendo il consueto motto:”tedeschi sotto, russi fuori”.
Non si tratta quindi di rinascere europei per non morire occidentali od asiatici. Non esistono “terze vie” attualmente, e chi scava “trincee d’Europa” in Ucraina lo fa da utile idiota, che ancora una volta, non ha capito niente della partita che si sta giocando. Per chi è rimasto al ’45 e per chi basta vedere due rune (ma quelle sui carri armati russi ovviamente non valgono), per rivangare schemi ideologici che non reggono a petto del presente. E tutto ciò lo fa esponendo l’Europa alla distruzione economica e militare, mentre i suoi manutengoli filo-ucraini agitano lo spauracchio “rosso” con il beneplacito della Von Der Leyen e dei Borrell, che avallano l’attacco dei missili su territorio russo. E ancora una volta, lo fa per conto degli anglo-americani che vogliono un’Europa debole e in uno stato di subordinazione permanente. A chi scava “trincee” per conto di Washington rispondiamo che non esiste rinascita Europea senza Russia. Questo lo hanno sempre saputo i De Gaulle, i Thiart, I Faye, e perfino i Silvio Berlusconi, che sognavano un’Europa dall’Atlantico agli Urali. Qualche sedicente patriota Europeo lo ha dimenticato o fa finta di non averlo mai saputo, e a pensare male diceva qualcuno, spesso ci si azzecca. Chi vuole intendere intenda.
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