TUTTI GIU' PER TERRA di G.P.

 

 

Noi lo avevamo detto, Veltroni stava bluffando. La sua campagna elettorale – tutta tesa a far dimenticare Prodi e ad riorientare l’azione del Pd sui quei temi sociali che non erano stati nemmeno lontanamente toccati in due anni di governo di centro-sinistra – è stata solo una prestigiazione illusionistica che non ha sortito gli effetti sperati.

O meglio, Veltroni contava sulla credulità popolare e sulla smemoratezza delle gente che dura, però, fino a che questa non si vede toccata nel portafoglio.

Il precedente governo Prodi glielo ha svuotato sistematicamente con balzelli, tasse e “trucchi da circo” che hanno aggravato la crisi economica in atto.

L’unica vittoria che Walter porta a casa (in virtù della sua decisione di correre da solo) è la scomparsa dei comunisti e di quel sottobosco micropartitico che ha lasciato l’anima sul selciato dell’alleanza con il governo dei poteri forti e dei banchieri.

Ed è di questi che vogliamo parlare. Di Berinotti e soci, il gruppo dirigente comunista che in due anni è riuscito a far evaporare più di tre milioni di voti, scambiando vanità personale con rinunce politiche, accettando qualsiasi compromesso pur di restare con il culo ben incollato allo scranno.

Tutto ciò che hanno indebitamente preso in questi due anni dovranno ritiralo fuori con gli interessi nei cinque anni a venire, essendo stati defenestrati dai loro elettori. Un misero 3,2% al Senato, che è meno della metà di quanto Rc prese da sola nel 2006, mentre alla Camera l’Arcobaleno non va oltre il 3,1%.

E dire che sotto l’arcobaleno, secondo le leggende popolari, si trova una pentola stracolma d’oro.

I “centurioni” della sinistra radicale non avranno più visibilità mediatica e per un partito che si era lanciato ‘anima e core’ nello “show business”, aggregando e cooptando personaggi di dubbio spessore morale e politico, per fare ‘effetto televisivo’, la debacle è irreversibile. Questi comunisti da strapazzo scioglievano nelle battaglie per i diritti civili ogni ardore politico e mettevano in secondo piano le contraddizioni sociali più forti (col solo fine di far piacere al suo leader abbronzatissimo che da Montecitorio dava lezioni di etichetta). A scuola da Pannella hanno fatto la fine di Pannella.

Bertinotti, Giordano, Migliore ecc. ecc. non hanno più diritto di essere militanti del partito figuriamoci gruppo dirigente, e con quale faccia tosta parlano ancora di gettare nuove fondamenta dopo che hanno voluto costruire la "casa comune" della sinistra sulle sabbie mobili della realpolitik?

Fino all’ultimo momento hanno cercato di impietosire Veltroni per farsi prendere sotto la sua ala protettiva, tenendosi ben attaccati a quel partito filo capitalista (che in pubblico criticavano) con il cordone ombelicale delle alleanze “tattiche” a livello locale, ennesimo esempio di schizofrenia e di inganno nei confronti dei propri elettori.

Ma l’accordo col boia porta dritti dritti alla ghigliottina e ieri sera Bertinotti, con afflizione di circostanza, ha anche tentato di addebitare al leader del Pd la scomparsa dei comunisti e della sinistra. Nossignore! Le responsabilità sono tutte sue e della sua clac dirigente che si spellava le mani per assecondarlo nei suoi deliri istituzionali.

Questi omuncoli adoratori della “fighettina bronzea” hanno giustificato ogni nefandezza per dimostrare ai poteri costituiti che erano cresciuti abbastanza da assumersi ogni (ir)responsabilità di governo. Dal rifinanziamento delle guerre “imperiali” (Afghanistan e Iraq, scenari da dove gli italiani non si sono mai disimpegnati come dimostra il bel dossier di A. Berlendis pubblicato ieri sul blog), alla difesa del governo criminale d’Israele (Faustus impedì a Ferrando di candidarsi, nel 2006, perché quest’ultimo aveva messo in dubbio la legittimità della posizione bertinottiana dei due popoli due stati, urlando come un forsennato contro il trotzkista genovese), allo storno dei soldi dei lavoratori verso le casse della Fiat, all’aumento delle tasse da parte del duo vampiresco Visco-Padoa Schioppa, sino alle agevolazioni ai gruppi bancari e alle continue parole di lode di Bertinotti per un “affarista” come Draghi (parole di Cossiga) amico delle merchant banks americane e primo sponsor della subalternità italiana agli Usa.

Quando poi la baracca di centro-sinistra crollò sotto i colpi di Mastella, quella faccia di tolla di Franco Giordano ebbe anche il coraggio di sospirare: “proprio ora che sarebbe cominciata la fase sociale del governo”. Ma vaff….

Adesso vorrebbero portare le spoglie del partito verso una costituente mentre tutte le decisioni prese in questi anni avvenivano senza il coinvolgimento della “bbbbbase” (esautorando quei dirigenti locali che non la pensavano come la banda Bertinotti).

Quanti gargarismi con questa parola, una delle tante del vocabolario veterocomunista consunto dalla Storia che non significano più una “cippa”, poiché la base non c’è più, così come non c’è alcuna coscienza di classe dei lavoratori. Parlare di “Classe” mi fa venire l’orticaria per quanto questo totem sia la dimostrazione più evidente del fatto che i comunisti abbiano smesso di ragionare e di fare ricerca sulla società.

Del resto, non si può pretendere da questi dilettanti di andare oltre lo slogan elettoralistico. Anche ieri, dopo la disfatta al Senato e alla Camera, il cervello a corto raggio di questi comunistardi si è arrabattato in mille attenuati pur di non darsi spiegazioni concrete. E via con la solita tiritera del paese che si è spostato a destra, del voto utile che ha chiuso ogni spazio, delle colpe altrui per non averli accettati nella coalizione ecc. ecc.

Ed ecco anche il solito genio, prototipo del sinistro "sinistrato", che contro ogni buon senso si alza e dice: “ci vuole una discussione ampia per ripartire con una sinistra nuova”. Ecce homo!

“Compagni” (certo non miei) giù il sipario, la farsa è finita