Un commento al pezzo su Moro (di P. Rosso)

Moro

 

” … la strada del dialogo tra Dci e Pci, approntata in quei termini da Berlinguer, non piaceva affatto a Moro …”
Rileggendo l’ultimo discorso di Aldo Moro rivolto ai Gruppi Parlamentari DC il 28 febbraio 1978 e usando la griglia interpretativa di C&S, si trovano numerosi passaggi che supportano la tesi della smentita alla vulgata di “Aldo Moro protagonista del compromesso storico”.
Moro innanzitutto riepiloga il momento politico: ” …Prima delle elezioni vi è stata quella dichiarazione che ha pesato e pesa tuttora nella realtà italiana, con la quale, senza successivi ritorni e pentimenti, il Partito Socialista ha dichiarato chiusa la esperienza di centro-sinistra….”
Il governo monocolore della non-sfiducia aveva logorato la DC – ” …abbiamo ritenuto che questo allineamento, in forma di obiettivo e non negoziato contributo, del Partito Comunista, in forma di astensione, potesse esser accettato…” – ma la dichiarazione di De Martino chiudeva le porte a qualsiasi riedizione del centro-sinistra classico.
Dunque si trattava di procedere nell’apertura al PCI ma escludendo una coalizione pienamente politica: ” … qualche accordo parziale su cose da fare, per un certo tempo. Abbiamo detto che questa operazione non comportava la formazione di una maggioranza politica … ” eppure indietro non si poteva tornare e qualcosa la DC doveva proporre:
” …Abbiamo delle difficoltà. Dobbiamo fare qualche cosa, e nel fare qualche cosa rischiamo di cambiare la nostra linea, di menomare la Democrazia Cristiana, di compromettere la identità della Democrazia Cristiana ed il suo dialogo aperto e costruttivo con l’opinione pubblica? Questo è il quesito. Che cosa possiamo fare per fronteggiare la situazione ed insieme per non rompere, per non distruggere, per non far nulla di catastrofico, per non guastare delle cose che sono essenziali, per noi, che sono ragioni di vita per la Democrazia Cristiana? Questo è il punto … ”
E ancora: ” … Ecco, vedo il rischio di una deviazione nella gestione del potere, cioè di quello che si dice “passare la mano”. Non passare la mano da un uomo ad un altro, come accadeva una volta quando avevamo tanto spazio, ma passare la mano da uno schieramento all’altro. E’ una cosa possibile? E’ una cosa probabile? Io non lo so. Mettiamola tra le cose problematiche, tra le tante cose problematiche che devono occupare la nostra coscienza …”
Moro aveva come stella polare la centralità della DC – altro che compromesso storico – per la semplice ragione che lui vedeva la DC e la sua capacità di essere flessibile nelle fasi di cambiamento sociale – a torto o a ragione – come unica salvezza della democrazia italiana.
E quindi tutt’al più: ” … cioè al sistema della astensione, della non opposizione, dovrebbe sostituirsi un sistema di adesioni….” per un tempo limitato: ” …un accordo opportuno, misurato, legato al momento particolare nel quale viviamo”. Perché una DC – ma anche un PCI – all’opposizione Moro non la vede proprio: ” … ma immaginate cosa accadrebbe in Italia, in questo momento storico, se fosse condotta fino in fondo la logica della opposizione, da chiunque essa fosse condotta, da noi o da altri, se questo Paese dalla passionalità intensa e dalle strutture fragili, fosse messo ogni giorno alla prova di una opposizione condotta fino in fondo?”
E la prospettiva? Moro la delinea lucidamente nel passaggio forse più conosciuto di questo intenso discorso:
” … Se voi mi chiedete fra qualche anno cosa potrà accadere, fra qualche tempo cosa potrà accadere (e io non parlo di logoramenti dei partiti, linguaggio che penso non sia opportuno ma parlo del muoversi delle cose, del movimento delle opinioni, della dislocazione delle forze politiche), se mi chiedete fra qualche tempo che cosa accadrà, io dico: può esservi qualche cosa di nuovo.
Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà. Quello che è importante è affinare l’anima, delineare meglio la fisionomia, arricchire il patrimonio ideale della Democrazia Cristiana, quello che è importante in questo passaggio (se voi lo vorrete, se sarà possibile obiettivamente, moderato e significativo), è preservare ad ogni costo l’unità della Democrazia Cristiana.”
Arricchire il patrimonio ideale e preservare AD OGNI COSTO l’unità della DC: più chiaro di così …