UN DIBATTITO E UN CONFLITTO DEVIATI, di GLG
A me non interessa molto la discussione sullo ius soli, poiché ritengo che l’“integrazione” manchi completamente soprattutto con riferimento ai p-idioti, agli “antifascisti” che nulla sanno della Resistenza, della storia dell’“infausto ventennio”, della seconda guerra mondiale, del 25 luglio e 8 settembre ’43, delle discussioni post-guerra, della scelta tra monarchia e Repubblica, dell’Assemblea Costituente, del Fronte popolare, dell’uccisione di Giuliano (e poi di Pisciotta che voleva rivelare chi l’aveva accoppato, con ciò facendo probabilmente capire qualcosa della lotta “autonomista” siciliana, condotta da quelli che non furono del tutto irrilevanti per lo sbarco degli americani in Sicilia), e via dicendo.
Il motivo fondamentale per cui ritengo un’aberrazione la volontà d’approvare una simile misura – che ha effetti non indifferenti sulla popolazione italiana, infatti assai divisa in merito – è che siamo assai vicini alle prossime elezioni e quindi ad un governo eletto infine secondo le regole in cui i “sinistri” dicono di credere, le regole della loro “democrazia”. E’ evidente che siamo in presenza di bugiardi; costoro non credono minimamente a quello che affermano ogni secondo momento. Hanno paura che il voto non li premi (e ricordo, en passant, che l’astensione riguarda ormai oltre due terzi dell’elettorato; una bella manifestazione della volontà popolare e di un governo espressione di quest’ultima!). A meno che non si voglia alla fin fine rinviare anche la “democratica” espressione degli orientamenti della popolazione votante. Altrimenti, la si lasci prima di tutto votare e poi deciderà la prossima maggioranza. Ricordo, fra l’altro, che quella attuale è risultata dal fatto che oltre un terzo dei parlamentari ha cambiato casacca: eletti in una lista, sono poi trasmigrati tra le fila degli attuali s-governanti.
La si smetta poi di cianciare sull’integrazione. Negli Stati Uniti, è da un bel pezzo che ci sono immigrazioni; e ci sono ancora le China Towns, ancora dissidi e scontri tra neri e bianchi (malgrado la favoletta che la penultima elezione presidenziale ha sancito la perfetta assimilazione di popolazioni diverse). Gli Stati Uniti non sono una nazione (e una popolazione “integrata”) nel vero senso del termine (come non lo erano nemmeno l’Urss o la Jugoslavia, mentre invece lo è la Cina, per l’85 o 90% Han). Se gli Usa andassero incontro a fenomeni di indebolimento (appunto come quelli dell’Urss e della Jugoslavia), si assisterebbe ad una loro bella “disintegrazione”. Non è minimamente sufficiente che i bambini d’altra provenienza (e anche da più di una generazione) siano nati in un dato paese, abbiano frequentato le scuole di quest’ultimo, ecc. Certo, fra tutti loro parlano la stessa lingua (in modo spesso un bel po’ approssimato, basti pensare al degrado subito dalla povera lingua italiana), si frequentano in locali vari, assistono agli stessi concerti, tendono a scopare insieme e anche a sposarsi in molti casi. Perché però non si diffondono le statistiche circa le separazioni tra individui di etnie e culture diverse rispetto alle unioni fra “omogenei” in tal senso? Si straparla come sugli stupri; ce ne sono di più commessi dagli italiani affermano i “politicamente corretti”; e poi si constata che il 43% degli stessi sono opera di un comparto della popolazione che sarà sul 5% o giù di lì di quella italiana vera e propria.
Il vero fatto è che questi semicolti della “sinistra”, bugiardi a tutto tondo, hanno la (giusta) sensazione d’essere finiti, d’essere ormai degli zombi. E allora cercano schiere di asserviti fra cui reclutare fra un po’ di tempo bande di violenti e bastonatori (o anche uccisori) per spaventare ed eliminare i loro potenziali seppellitori. Che la nostra popolazione (con alla testa gli astenuti dalle malefiche elezioni) infine decida; vuole crepare lei o vuol liberarsi dei “buonisti”, degli “accoglienti”? Qualche annetto ancora e poi si deciderà se l’Italia sarà quella che ancora, anche se con sempre maggiore difficoltà, conosciamo (grosso modo ormai); oppure se diverrà invece una mescolanza frammentata di popolazioni con abitudini, mentalità, cultura, tradizioni, insomma STORIA, completamente differenti. Ci vuole certo rispetto reciproco e nessun complesso di superiorità tra popoli diversi. Bisogna però essere consci della propria diversità e non fingere che si è tutti eguali. Tutti siano tenuti allo stesso livello, ma differenti e gelosi, anzi orgogliosi, delle proprie specifiche caratteristiche. Questo è un atteggiamento sano e veramente sincero, che può evitare conflitti distruttivi. I “sinistri” non vogliono questo. Intendono restare al potere pur se da un quarto di secolo hanno ormai dimostrato di non esserne capaci, di star riducendo questo paese all’asfissia. E per questo fingono la possibilità di integrazione con quelli che si sforzano di asservire ai loro scopi; qualcuno dei quali viene anche ammesso tra le loro fila perché ha caratteristiche tali da poter divenire un capo. Tale ammissione serve alla propaganda dell’integrazione dei “diversi”, oltre al vantaggio di una assai migliore trasmissione dei comandi verso gli asserviti, che così agiscono con più convinzione sotto la direzione dei manigoldi distruttori del nostro futuro al fine di mantenere il loro potere, pur essendo quest’ultimo in fase di corrosione.