UN INNO PER IL PD di G.P.

Sicuramente saprete che il PD era alla ricerca di un inno sul quale far avanzare le schiere dei suoi militanti, volte alla conquista della politica italiana. Avrete anche sentito che il PD aveva cercato di cooptare qualche cantautore famoso, scatenando una piccola diatriba tra Francesco De Gregori e Antonello Venditti, i quali si erano presto divisi tra Veltroni e Rosi Bindi. Per alleggerire il clima e sorridere un po’, vi diciamo noi quali sono le  canzoni dei due già citati che sicuramente NON saranno scelte per diventare la colonna sonora del nuovo partito. Temi musicali abbastanza impegnati per un partito leggero come una piuma.

 

SORA ROSA (di A. Venditti)

A Sora Rosa me ne vado via,

ciò er core a pezzi pe’lla vergogna,

de questa terra che nu mm’aiuta mai

de questa gente che te sputa n’faccia,

che nun’ha mai preso na farce in mano,

che se distingue pe na cravatta.

Me ne vojo annà da sto paese marcio,

Che cià li bbuchi ar posto der cervello,

che vò magnà dull’ossa de chi soffre,

che pensa solo ar posto che po’ perde.

Ciavemo forza e voja più de tutti

Annamo là dove ce stanno i morti,

anche se semo du ossa de prosciutti

ce vedrà chi cià li occhioni sani

che ce dirà: "venite giù all’inferno

armeno ciavrete er foco pell’inverno".

Si ciai un core, tu me poi capì

Si ciai n’amore, tu me poi seguì

Che ce ne frega si nun contamo gnente

Se semo sotto li calli della ggente.

Sai che ti dico, io mo’ me butto ar fiume,

così finisco de campà sta vita

che a poco a poco m’ha ‘succato l’occhi

più delle pene de stana immortale.

Annamo via, tenemose pe’mano,

c’è solo questo de vero pe’chi spera,

che forse un giorno chi magna troppo adesso

possa sputà le ossa che so’ sante

 

 

LA CAMPANA (F. De Gregori)

La campana ha suonato tutto il giorno,

laddove i cani hanno abbaiato.

Io ho pianto lacrime fino all’osso,

lacrime e tosse sul selciato.

Incollato sull’asfalto della strada,

mai stato così lontano

dalla dolcezza a cui tutti hanno diritto.

Io con un fascio di giornali in mano,

e con un fascio di giornali in mano pensavo

si può anche morire di dolore.

I miei amici, lo sai, sono tutti schedati.

I miei amici, lo sai, sono tutti in galera.

E avevo in testa una fontana,

una pioggia sottile di pensieri cattivi.

Mentre la gente seduta al tavolino,

conta il tempo con gli aperitivi.

E io inchiodato sulla strada pensavo,

ma tutto questo deve pure finire.

E camminavo come un uomo tranquillo,

e sotto questo grande cielo azzurro,

finalmente mi sentivo un uomo solo.

I miei amici, lo sai, sono tutti schedati.

I miei amici, lo sai, sono tutti in galera,

sono tutti segnati, sono tutti fregati, sono tutti schedati.