Un silenzio intollerabile

(18 AGOSTO)
Per l’ennesima volta Cossiga parla e sostiene tesi che meriterebbero approfondimenti a tutto campo. E invece sempre tutto tace, e nessuno va a fondo. Questa volta, rilancia per fortuna Geronimo (Cirino Pomicino), e sul Giornale! Finora, in tutti questi anni, nessun giornale di “sinistra” ha mai sollevato questioni, salvo le solite trite e ritrite tesi sul “caso Moro”, che ormai appaiono francamente del tutto obsolete (in buona fede o per oscurare tutto?), ecc. Le lettere, interviste, dichiarazioni “incredibili” (cui francamente credo nei suoi termini più generali) dell’ex presdelarep (e uomo politico centrale nel “vecchio regime”) sono apparse o sul Corriere (o sul Tempo come quella del 14 agosto u.s., in cui si prende una netta posizione, per me corretta, sulla questione Georgia-Russia circa Ossezia, Abkhazia, ecc.) o su Libero (almeno tre volte), sul Giornale, ecc. Vorremmo capire cosa accade, ma tutto tacerà anche questa volta.
Eppure, credo anch’io che Cossiga, che sta “parlando” sempre più spesso ultimamente, voglia “informarci” – in questo suo modo assai “obliquo” – di certe “cosucce” assai pericolose ormai in gestazione da tanto tempo. Non è detto debbano precipitare (ma non è nemmeno da escludersi); certamente, però, porranno limiti sempre maggiori, tramite oscuri ricatti e pressioni, alla sovranità già limitata dell’Italia. E anche noi poniamo la domanda che Cossiga pone alla sinistra nella sua lettera al Tempo: come mai questo Pd, in gran parte formato da ex comunisti [cioè piciisti], tutto sommato difensori dell’Urss, oggi si pone in gran parte sul fronte sostanzialmente antirusso e favorevole alla Georgia, cioè agli Usa?
E’ lecito ricordare che “mani pulite”, operazione di cui ormai sempre più chiaramente appare la matrice statunitense, voleva sostituire il “vecchio regime” DC-PSI con personale dell’ex Pci, velocissimo nell’abiura di tutto il passato – senza un minimo di riflessione autocritica – con cambio di nome, ecc? Quali furono i contatti tra questi rinnegati e ambienti americani e nostri settori confindustriali (non c’è bisogno di fare nomi “illustri” di personaggi appartenenti a questi ultimi, giacché a tutti verrà subito in testa chi affermò che i suoi interessi di destra erano assai meglio difesi dalla sinistra) per preparare quella operazione di ricambio “regime”? Poi fallita a causa di quel “rompiballe” di Berlusconi, impaurito dalla possibile fine che “questi qui” volevano fargli fare (ci si ricorda delle dichiarazioni di Occhetto sulla “gioiosa macchina da guerra” e il possibile “esproprio” del suddetto?).
Ormai sarebbe ora di sapere l’essenziale, che Preve e il sottoscritto supposero e subodorarono, in alcune sue linee essenziali, fin dal Teatro dell’assurdo (Punto Rosso, Milano) scritto nel ’94 e uscito nel gennaio del ’95; linee essenziali che oggi “rifulgono” grazie alle uscite di Cossiga e ai silenzi (indice di precise complicità) degli ex piciisti.
Riportiamo l’articolo di Geronimo di oggi (Giornale, appunto), molto chiaro su certi dubbi. Sarebbe però ora che anche lui cominciasse a “picconare” con maggiore frequenza e incisività; saprà sicuramente abbastanza, certo molto più di noi. Fra l’altro – pur se non so che rapporti ci siano fra le due vicende – aveva minacciato precise denunce e rivelazioni se Bernabé fosse stato nominato alla Telecom (credo ci sia in piedi anche una querela di quest’ultimo contro di lui); la nomina è arrivata da quel po’, ma ancora siamo in attesa del minacciato (e promesso) “battage”. Per favore, si potrebbe intanto sollevare qualche velo sui fatti del 1992-93, i cui effetti si prolungano (e sempre più minacciosamente) fin alle più recenti vicende? E con una sinistra complice come non mai! Essa – in “lieta compagnia” con ambienti di destra ferocemente reazionari tipo quelli che si esprimono in Libero – attacca Berlusconi perché troppo soft nei confronti del suo “amico” Putin. C’entrano magari qualcosa anche alcune “complesse” vicende relative ad accordi Gazprom-Eni (ma non solo queste evidentemente)? Forse ci si è scordati dei reiterati tentativi della sinistra miranti a separare produzione e distribuzione della nostra azienda energetica? Tentativi che hanno provocato una “perplessa” (e dura) lettera (al Giornale, ma guarda un po’) da parte del vicepresidente dell’azienda russa. Il gioco è troppo sporco; qualche velo dovrebbe essere alzato da persone responsabili e pre-
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occupate di quanto potrebbe accadere (su istigazione americana e con appoggio nettamente bipartisan dei servi italiani).
ARTICOLO DI GERONIMO SU GIORNALE 18 AGOSTO
Siamo rimasti a dir poco sorpresi dalla lettera che Francesco Cossiga ha inviato al Corriere della Sera in risposta a una intervista di Bassam Abu Sharif, ex ministro del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. L’ex presidente della Repubblica conferma, infatti, la possibilità che la strage di Bologna del 1980 sia stata causata dallo scoppio involontario di una o due valige di esplosivo trasportate da esponenti palestinesi per obiettivi esteri. Di tale trasporto sarebbero stati avvertiti i ser-
vizi segreti italiani che sarebbero stati parte integrante di un accordo di più ampio respiro tra lo Stato italiano e le organizzazioni della resistenza palestinese, comprese quelle terroristiche. Tale accordo sarebbe stato pensato e concluso da Aldo Moro e avrebbe previsto libertà di movimento degli esponenti palestinesi che potevano avere nel nostro Paese basi logistiche e di armamento in cambio di una tutela del nostro territorio.
Che la politica italiana, da Moro a Fanfani, da Andreotti a Craxi avesse avuto una linea di apertura verso i palestinesi nel tentativo di raggiungere un accordo tra Israele e l’Olp come condizione per un processo di pace, è fuor di dubbio. Così come è fuor di dubbio una certa diffidenza verso il nostro Paese di alcuni ambienti dell’intelligence americana. Ma questa è cosa diversa dagli accordi segreti descritti da Cossiga. Ciò che ci sconcerta è che di questo presunto accordo così dettagliato e preciso che ci poneva ai limiti, se non addirittura fuori, dagli impegni atlantici, Francesco Cossiga non ne sapesse nulla.
Cossiga è sempre stato uomo delle istituzioni e molto meno uomo di partito nella storia della Dc e del Paese. È stato uomo ampiamente apprezzato da Moro, Fanfani, Andreotti e Craxi e fu l’unico esempio di presidente della Repubblica eletto al primo scrutinio a testimonianza di una fiducia pressoché generale. Che un uomo di questa statura scopra solo adesso accordi antichi fuori dai patti internazionali liberamente sottoscritti dall’Italia, ci lascia sconcertati, anche perché getta una luce diversa sull’uccisione di Aldo Moro e conferma purtroppo ciò che da tempo diciamo, e cioè dell’esistenza di una radice estera di tutta la vicenda di Tangentopoli.
Riemergono così mille domande. Perché Cossiga, descrivendo accordi tra il Sismi e la resistenza palestinese nascosti all’autorità politica corre il rischio di farsi ritenere, insieme a tanti altri, un politico inutile? La risposta può essere inquietante. Cossiga non ha mai spiegato il perché di quelle sue precipitose dimissioni da presidente della Repubblica nell’aprile del ’92, che invertirono l’ordine del giorno del nuovo Parlamento, facendo precedere l’elezione del nuovo presidente della Repubblica a quelle del presidente del Consiglio. Se non si fosse dimesso avrebbe lui dato, secondo le intese politiche note, l’incarico a Bettino Craxi e la storia di quel periodo sarebbe stata tutta diversa. E il suo ultimo biennio da «picconatore» era forse il tentativo di avvertire i responsabili politici che nubi golpiste si addensavano sul nostro Paese, o fu solo una banale coincidenza? E perché Cossiga bacchetta da sempre Gianni De Gennaro, uomo che da quasi 20 anni, sotto tutti i governi della Seconda Repubblica, è il terminale vero delle forze dell’ordine e degli stessi servizi segreti e ha forti legami con alcuni ambienti dell’intelligence americana? Anche questa è un’altra coincidenza? E perché molti documenti della commissione Stragi, dalla testimonianza di Vincenzo Parisi, l’ex capo della Polizia che denunciò il tentativo di alcuni ambienti internazionali di volere un’Italietta di pupazzi da manovrare, al ruolo giocato da alcuni circoli culturali e giornalistici sono stranamente ancora secretati negli archivi del Senato? Un segreto che abbiamo personalmente tentato di rimuovere nella totale indifferenza dei grandi quotidiani di informazione.
Potremmo continuare, ma cresce sempre di più la nostra convinzione che l’Italia sia diventata in questi ultimi 15 anni davvero un Paese a sovranità molto limitata, in cui agiscono filiere di potere illegittime e illegali capaci anche di eliminare personaggi come Lorenzo Necci nel momento in cui era venuto in possesso di alcuni dossier, come abbiamo descritto nel nostro ultimo libro. Può darsi,
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forse, che ancora una volta Francesco Cossiga, con un linguaggio necessariamente obliquo, voglia avvertire il Paese della condizione in cui si trova. Illuminante è, infatti, la conclusione della sua lettera in cui spiega la subalternità della politica ai servizi segreti militari italiani e stranieri. Come si vede, domande inquietanti che cadono, purtroppo, in un silenzio assordante [sottolineature mie perché qui è il punto centrale e ormai pericoloso e veramente inquietante; soprattutto perché chi tace su tutta la linea è proprio la sinistra, ivi compresa quella “estrema” che finge opposizione “di sistema”, ma è complice di questo “silenzio assordante”, e anzi di continui depistaggi su “misteri” come il caso Moro, la strage di Bologna, ecc. La destra, con il Giornale, fa balenare qualche “spunto” di verità. Cosa nasconde questo gioco?].
Geronimo
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