UNA “CAGATA PAZZESCA”! (di Giellegi, 1 dic. ’10)
Così avrebbe definito Fantozzi i documenti di Wikileaks. Nemmeno nelle commedie goldoniane, nemmeno in uno dei nostri film migliori in proposito, “Signore e signori”, si trovano stupidaggini più colossali. Però…..però si deve egualmente riflettere su tale fatto. Quali lezioni trarne? Un certo numero.
Intanto, si tiene conto che la gran massa del popolo capisce poco soprattutto di politica internazionale. Se fossero stati pubblicati reali documenti di vera diplomazia, contenenti interessanti questioni che sarebbe necessario tenere segrete, nessuno del cosiddetto popolino avrebbe fatto una piega. In effetti, quelle questioni sono da tenere segrete solo per chi afferra certi problemi, perché altrimenti, se esistesse solo l’opinione pubblica “normale”, “media” (nel senso del termine chiarito da Pasolini nel suo stupendo corto “La ricotta”, in “Rogopag”), non ci sarebbe bisogno di alcun segreto. Invece, parlando da “bar sport”, si ottiene sensazione. Se poi – mettiamo in Italia – si ha a che fare con il cosiddetto “popolo di sinistra”, l’effetto stupidità è garantito. Tutti questi dementi, ancora una volta, si stracciano le vesti perché l’“estero ci guarda”, noi disgraziati ad avere un premier così vergognoso. Idioti perfetti! E la Merkel, Sarkozy, la Kirchner, Zapatero e non so quanti altri primi ministri e capi di Stato, come sono stati trattati? Fa veramente brutta figura il nostro perché sarebbe stanco al mattino a causa di festini notturni e di troppe scopate? Ve li immaginate Bersani, D’Alema, il flaccido Veltroni, Mortadella, perfino lo zotico Di Pietro, sulla pancia di qualche “femmina”? Ma va là, sarebbe una raccolta di figurine “Horror”.
Quindi, è stato attuato un “fuoco di sbarramento” per il “popolino”; non con cannoni di grosso calibro, bensì con mitragliatrici leggere per disorientare il nemico. Si tratta di vedere se, dopo questo, c’è la volontà di scatenare l’artiglieria pesante. Tutto dipende dalle intenzioni dell’attaccante; ha lanciato solo un avvertimento o invece procederà oltre? Una cosa risulta evidente: non ci si venga a raccontare che quell’organismo (un po’ a delinquere) ottiene da solo quel materiale. Gli viene passato da “alte sfere”. Mi è consentito di sospettare che a queste ultime appartenga anche il generale liquidato dal comando in Afghanistan per aver criticato pesantemente Obama? Sembra proprio che si accentuino in Usa alcune crepe tra opzioni strategiche diverse. Per il momento, si trova al governo del paese quella che si è manifestata al recente vertice della Nato a Lisbona, dove non a caso il nostro premier non ha sfigurato e la Russia ha trovato qualche appeasement con gli Usa, in specie “sulla pelle” dell’Afghanistan. Non tutti, negli Usa, sono però d’accordo su tale linea, non certo appunto il gen. McChrystall, sempre per fare un nome. Vedremo il seguito per capire meglio lo spessore della frattura.
La lezione principale, perché ci riguarda direttamente, ci viene però dall’interno, dallo schieramento dei traditori. Il nucleo di questi è dal 1992-93 costituito dai rinnegati piciisti, vendutisi, come ormai abbiamo chiarito più volte, ai vertici della Confindustria, e poi alle banche (con in cima quella d’Italia, in cui fu liquidato Fazio per metterci l’uomo della Goldman Sachs) in quanto però ambienti legati da un rapporto di subordinazione con rilevanti gruppi statunitensi, che si servirono continuamente della mafia (a partire dal “pentito” Buscetta). Abbiamo ormai rilevato più volte che l’offensiva fu forte, i partiti allora esistenti (Dc-Psi, infarciti pur essi di cialtroni pronti a voltare gabbana) molto deboli dopo mezzo secolo di mondo bipolare, in cui avevano goduto, grazie al “socialismo reale”, di una “rendita di posizione”. Chi organizzò un minimo di difesa dovette per forza, falliti altri improvvisati disegni (ad esempio quello del patto Maroni-Segni, molto etereo e rarefatto), accettare Berlusconi, che senza dubbio ne approfittò pure per i suoi interessi.
Poco si è fatto per cambiare poi strategia, e personaggi, della difesa. Il centro-destra – finto come finta fu sempre la sinistra, che non ha nulla a che vedere con altre, serie, di importanti paesi europei – è sempre stato pieno zeppo di personaggi ambigui. Non vi è dubbio che dai Previti, Dotti, Scognamiglio, ecc. a quelli attuali vi è stato un qualche miglioramento; mai però tale da garantire fedeltà e sicurezza a quello che doveva essere un fronte di resistenza all’attacco portato alla nostra minima autonomia (quella dei Craxi, Andreotti, Moro, ecc.) da personaggi come Ciampi, Amato, Prodi, Draghi, ecc., attacco che annientò tre quarti (e anche più) del nostro apparato economico “pubblico” a favore dell’industria e finanza fellone, meri scherani degli ambienti Usa suddetti. Fu parzialmente salvato comunque un rilevante gruppo di imprese di punta: soprattutto Eni e Finmeccanica (meno importanti ma non troppo, a mio parere, Enel e qualche altra), non a caso oggi sotto continuo attacco degli stessi settori che hanno devastato il resto.
La debolezza del fronte di difesa (o di resistenza) si è visto ogni volta che Berlusconi ha vinto le elezioni. Nel 1994 fu la Lega a effettuare il ribaltone. Dopo il 2001 si rivelarono Casini, Follini, ecc. Dopo il 2008, Fini e il Fli. E altri sono acquattati ancora dentro il Pdl (e magari la Lega), pronti a nuove defezioni se Berlusconi non si arrende. Ad esempio, sbaglierò senz’altro (e sarei lieto di sbagliare), tuttavia per il momento non arrischierei più dell’unghia del mignolo sinistro in favore di Tremonti. Non so perché, ma anche questo attrito (spesso latente e poco visibile) con Draghi mi sembra quello dei due classici galli nello stesso pollaio. Uno viene dalla banca americana già nominata, l’altro presiede l’Aspen Institute. Mah!
In ogni caso, vedere come i giornali antiberlusconiani (Repubblica, Stampa, Il Fatto, Corsera e tutti gli altri) si sono buttati sulle notizie (da “comari”) di Wikileaks dimostra: a) la natura di traditori di tali settori; b) essi stanno deragliando e non sanno più che cosa inventarsi. La richiesta che Berlusconi si presenti al Copasir raggiunge vertici di comicità e imbecillità ineguagliati. A meno che, ovviamente, chi presiede l’organismo non voglia farsi raccontare qualcosa sul bunga-bunga o, più comunemente, avere informazioni su come si scopa, quali nuove tecniche siano in uso a Palazzo Grazioli, certamente poco note a chi frequentava le Botteghe Oscure. Dopo l’ironia, bisogna però ricordare chi ha nominato quell’individuo alla presidenza del Copasir. Il centro-destra appunto. Invece di usare i servizi segreti per avere i dossier su alcune questioni relative, cito a casaccio, al cambio di Governo del 1998 con attacco alla Jugoslavia al seguito di Clinton e del gen. Wesley Clark; o invece sul dissesto della Banca 121 del Salento, sulla scalata dell’Unipol alla BNL, sulla sanità pugliese, ecc.; si deve assistere allo scatenamento di una canea ridicola sui “festini selvaggi” e la stanchezza mattutina del premier.
E’ evidente che anche il fronte di resistenza alle mene dei traditori, fatti passare per “sinistra&rd
quo;, è molto debole, inquinato da sempre nuovi venduti. Adesso, ci sarebbe la fortuna che un pezzo di “destra” (finiana) ha dimostrato che non siamo in presenza di alcuna sinistra, ma solo di un ammasso di traditori, coadiuvato da un ceto intellettuale corrotto come mai prima d’ora, tutti uniti solo nell’attacco contro Berlusconi, sperando di passare poi sul cadavere di Eni, Finmeccanica, ecc. per completare così l’opera iniziata nel 1992-93 e sempre proseguita indefessamente, anche se con alterne fortune. Tuttavia, come risponde il malfido centro-destra a questo smascheramento (finiano) che non esiste “sinistra” in Italia? Raccontando che il Fli è diventato di sinistra, che i comunisti sono sempre tra noi, assieme alle “toghe rosse”. Ciampi, Amato e Draghi comunisti? Scalfari e Scalfaro comunisti? De Benedetti, Montezemolo, Marcegaglia, Profumo, Bazoli, ecc. comunisti? Si può essere più sciocchi o semplicemente imbroglioni, incapaci di resistere su posizioni di coerenza in difesa di reali interessi nazionali? E’ ovvio che poi, da un covo di imbecilli o di vipere simili, non possano che sortire sempre nuovi nuclei di traditori. E’ ineluttabile.
Occorre ormai una vera forza di difesa e resistenza nazionale. Oggi, tale forza sarebbe pure favorita dall’accentuarsi di crepe interne ai centri strategici statunitensi, come già sopra accennato. Sempre più Berlusconi, e i personaggi meschini (d’ambo i sessi) che seleziona attorno a sé, mostrano la corda. Tuttavia, non si può procedere a cambi effettivi e fondamentali nel mentre i disperati del PAB (il partitume che raccoglie soltanto chi è contro il premier, senza l’ombra di un progetto politico se non la svendita del paese e dei suoi “gioielli” al nemico) sono all’attacco; un attacco demenziale che si serve delle fantozziane “cagate pazzesche” messe in giro da Wikileaks. No, fin quando non si annienta il PAB, nessuna campagna antiberlusconiana è fattibile. Anche perché, pur se non si tratta certo di “rossi”, è comunque vero che il corpo della magistratura è ormai al servizio del PAB. E’ vero che quest’ultimo conta tra le sue fila – e si smetta di far finta che forse, chissà, magari, non sarà così – chi è in grado di impedire nuove elezioni, favorendo la nascita di un governo fellone di svendita di ogni autonomia nazionale; nel mentre copre questo subdolo disegno pronunciando grandi paroloni, per gli imbecilli seguaci del PAB, di difesa di una Costituzione che è stata più che dignitosa, ma che oggi, tirata da ogni dove, mostra rughe e pustole su tutta “la faccia”.
Perché sono incredibilmente pericolose perfino le suddette “cagate pazzesche”? Per la natura delle masse che seguono il PAB. Il nucleo costitutivo iniziale di quest’ultimo (di 20 anni fa, un periodo breve in termini storici), formato dai rinnegati del “comunismo” (piciismo), mantiene un aggancio con quei lavoratori – oggi pensionati, oltre la metà degli iscritti alla Cgil, e più o meno lo stesso vale per gli altri sindacati “storici” – abituati da una vita ad obbedire sempre ai capi senza mai accorgersi delle loro giravolte e cambi di casacca. Tra i lavoratori (salariati) giovani, e ancor più tra quelli “autonomi”, il PAB è ormai in asfissia. Però ci sono quasi quattro milioni di impiegati nel “pubblico”, dove prevale clientelismo e assistenzialismo selvaggi. Fra questi, poco più o poco meno di un milione di insegnanti, in gran parte non solo inutili ma dannosissimi per quello che insegnano!
Ci sono inoltre alcuni grossi ceti medi “improduttivi”: nel senso di inutili, anche se molti si atteggiano a “geni” nell’ambito del cinema, spettacolo, giornalismo, ma anche turismo, associazionismo detto no profit, volontariato, assistenza sociale, banche etiche, aiuto ai paesi sottosviluppati e non so quali altri imbrogli per vivere alle spalle di chi produce ricchezza, che invece si afferma di voler perseguire perché è evasore fiscale dato che, se non evade un pochino, non è certo in grado di caricarsi sulle spalle una così grossa quota della popolazione inutile e “mangiapane a tradimento” (e oggi, anzi, “mangiapane e tradimento”). Ed infatti, si ciancia di lotta all’evasione, ma ci si guarda bene dal realizzarla, altrimenti crolla l’intera impalcatura del paese, quella che ancora lo regge a livello di massa.
Tutta questa genia che fa dell’Italia un paese ricco di parassiti è rappresentata dai traditori e rinnegati del PAB (oggi coloro che rinnegarono PCI e MSI si ritrovano tutti insieme appassionatamente all’avanguardia di questa verminosa marmaglia), i quali vengono finanziati da altri parassiti più potenti: gli industriali dei vertici confindustriali, i banchieri con alla testa l’uomo della Goldman Sachs (contro cui disse cose terribili e definitive Cossiga; chi le ricorda, magari tra i “berlusconiani” banderuole?). Questa che ho denominato GFeID (grande finanza e industria decotta) è quella che, per interesse proprio, svende il paese agli Usa; oggi nemmeno più a questi ultimi in quanto blocco unico, bensì a quella parte statunitense che porta avanti la politica più reazionaria, di tipo apertamente imperiale, che non vuole rassegnarsi all’avanzata del mondo multipolare. Quindi i devastatori, quelli del Panfilo “Britannia” e di “mani pulite”, con alle spalle i degni successori di Agnelli alla direzione della Confindustria, non sono servitori degli Usa, ma addirittura della loro fazione peggiore, più bellicosa, che fa correre maggiori pericoli all’intera società mondiale. Abbiamo insomma a che fare con coloro che vogliono asservire l’Italia a questa fazione.
Quindi addosso, prioritariamente, a simile putredine antinazionale. Nessuna dialettica politica normale – che sarebbe lecita ed utilissima, in quanto scontro tra diversi progetti politici di forze chiaramente legate agli interessi del nostro paese, sia pure tenendo conto della sua divisione in diversi raggruppamenti sociali – è oggi possibile. Torneremo normali solo spazzando via, disinfestando, l’Italia dai parassiti che giocano a favore di ambienti stranieri. Nessuna pietà per loro; devono fare la fine di tutti i rinnegati e traditori. Dopo, certamente, deve iniziare una vera e robusta dialettica di opposizione. Ma dopo, soltanto dopo. Si rileggano le dichiarazioni di Salvemini nel 1923! Questa è la nostra situazione, dobbiamo liberarci dei “Giolitti” e dei “Turati” odierni.