Una cosa giusta, una sbagliata, una insensata ed una inevitabile.
Partiamo dalla riflessione giusta, quella di Franco Cardini su La Verità di oggi:
“L’Italia è una delle maggiori potenze europee, ma avendo perso l’ultima guerra ha ceduto sovranità. Non abbiamo autonomia nel decidere se fare la guerra o mantenere la pace. Non abbiamo sovranità diplomatica, un Paese militarmente occupato da circa 130 basi di unoStato extraeuropeo e di un’alleanza egemonizzata dalla Nato…Sono antisovranista perché i sovranisti non lo sono abbastanza. Il cane bastonato morde il bastone e lecca la mano del padrone, ma se capisse da dove viene la bastonata morderebbe la mano”. (Franco Cardini)
La condivido al 100% perché non si può essere per la sovranità nazionale e poi leccare il culo agli americani come fanno Salvini e la Meloni, sempre allineati al Paese d’oltreoceano. Sono sovranisti confusi o in malafede, si scagliano contro francesi e tedeschi, insieme o alternativamente, per gettare nero di seppia nell’ambiente circostante e obnubilare i concreti rapporti di forza.
La riflessione sbagliata, quella di Guido Crosetto su Il Giornale:
“Ritengo che nessuno…pensi che l’Alleanza Atlantica si possa smantellare. O troviamo nell’Alleanza Atlantica un nostro ruolo nel mondo o il nostro ruolo sarà sempre subalterno, da qualunque parte andiamo”. (Guido Crosetto) Poi lo stesso esponente (o ex) di FdI aggiunge a proposito della commessa di Navi da guerra promessa dagli USA all’Italia: “Questo contratto con gli Usa è un segnale molto importante…L’Italia non potrebbe mai vendere qualcosa del genere alla Cina. Se domani la Cina chiedesse prodotti militari a Leonardo o Fincantieri non potremmo darglieli. Come non possiamo venderli all’Iran o alla Russia. Alla Cina possiamo vendere formaggio o vestiti”.
Ecco il cane di cui parla Cardini, scodinzolante verso il padrone il quale ti lancia un osso imponendoti la catena al collo. Crosetto si esalta per un contratto ma finge di non vedere quanto ci costerà quel business in termini di indipendenza nazionale e di assetto strategico, in una fase di sobbollimento multipolare. Crosetto non capisce da dove viene il bastone e lecca la mano del carnefice. Se fossimo liberi avremmo la possibilità di vendere a chiunque e di dialogare con chicchessia. Invece, non dobbiamo nemmeno provarci, siamo quadrupedi e tali dobbiamo restare.
La riflessione insensata è quella di Carlo Pelanda, sempre su La Verità:
“La pandemia rende il vaccino uno strumento di dominio…Come lo è l’uso del vaccino per politiche di potenza da parte della Cina. Il sospetto nasce, oltre che da spifferi, dal fatto che i centri di ricerca cinesi non stanno scambiando con gli altri del mondo tutti i dati utili. Ciò irrobustisce l’ipotesi che la Cina stia silenziosamente correndo per essere pronta a distribuire globalmente un vaccino, prima di altri, con modalità condizionanti e, visto il controllo dell’economia da parte di un regime autoritario, gratuitamente. Poiché Africa, America del Sud e alcune parti dell’Asia sono aree, per lo più poverissime, dove è in atto una competizione per influenzarle tra Cina ed America, più altre democrazie, è evidente che la fornitura di un vaccino avrebbe capacità condizionanti…Certamente la Cina, pur meno evoluta tecnologicamente di quanto si creda, ma molto attrezzata per lo spionaggio e furto di scienza, nonché facilitata da un modello di concentrazione delle risorse, sta tentando il colpaccio”.
Qui si inizia ad esagerare. Sono decenni che il mondo va cambiando perché si è esaurita la stagione del centralismo statunitense. Insostenibile strategicamente ed economicamente con il ri-emergere di sfidanti pesanti. Non sarà la pandemia che favorirà, forse, la Cina. È la Storia che sta decretando un profondo mutamento con la sua intrinseca dinamica oggettiva. Anzi, noi crediamo che il principale antagonista dell’Occidente non sia l’Impero di Mezzo ma quello Euroasiatico a guida russa, forte di una mentalità da Superpotenza globale. Questo virus può solo accelerare o rallentare processi marcianti da decenni ma nulla può più fermare il flusso storico.
La riflessione inevitabile di George Friedman, su Limes, che dice: “Non possiamo smettere di amarci e di ucciderci… Mi divertivo a osservare il modo in cui evolveva il mondo, con le nazioni che si alleavano, tradivano e combattevano tra loro. Non è stato cancellato, solo sospeso. O più precisamente continua ad avvenire dietro una coltre di ansia, gestito dalle seconde schiere diciascuna potenza, ma è in attesa di tornare a emergere. Il virus ha cancellato i rapporti umani, dai due sconosciuti che s’incontrano in un bar e s’innamorano ai bombardamenti aerei. Anche il Brexit si muove di soppiatto dietro le quinte. Non si può impedire per sempre a due potenziali amanti di incontrarsi o ai nemici di ammazzarsi a vicenda. Perché è così che siamo fatti”.
Friedman ha ragione, la vita è incontro e conflitto, amore e odio, amicizia e inimicizia, ci si incontra per coalizzarsi e per confliggere e nessun virus ci impedirà a lungo di farlo. La Storia non si arresta e ci trascina dentro i suoi ingranaggi. Chi dimostra forza e capacità di adattamento si risolleverà prima degli altri. Il discorso vale in ogni senso ed in ogni ambito umano. Nulla va dato per scontato, soprattutto certi scenari consuetudinari che ci rendono banalmente servi. I finti sovranisti e i veri sottomessi ne tengano conto. Noi vogliamo lottare per una Italia diversa che può realizzare anche l’irrealizzabile e l’impensabile.E’, appunto, inevitabile, checche’ ne dicano sapienti o ignoranti.