UNA “GRANDE RIPRESA”! di GLG
so che è noioso sentirmi ripetere certe affermazioni. Tuttavia, non lo dico per soddisfazione o gonfiarmi d’orgoglio; ma solo perché sono un po’ irritato nel vedere quante volte ho ragione e naturalmente nessuno di quelli che hanno scritto e previsto in modo errato – in primo luogo gli economisti, i peggiori di tutti gli “analisti” – fa un minimo di autocritica o riconosce le giuste previsioni di altri (non solo le mie!). Quando partì la crisi nel 2008, scrissi subito che non vi sarebbe stato alcun 1929 ma nemmeno chissà quali vere riprese per molto tempo. Non escludevo affatto le “ripresine”, ma non credevo affatto in nuovi rigogliosi sviluppi. E lo dissi senza tante analisi economiche, senza sfoggiare conoscenze tecniche (in specie sulla finanza, da allora considerata la “cattivona” colpevole di tutto) e altre menate varie. Dopo 12 anni di stagnazione, il Giappone – inondando di liquidità il “mercato” e arrivando al 200% del rapporto Debito/Pil – è ripartito per un paio d’anni o poco più; adesso è già non proprio in recessione, ma certamente non è più tanto brillante. E ora anche gli Usa, che si dichiaravano tutti tronfi al di fuori della crisi e in piena nuova ripresa (sempre grazie ad una politica monetaria “generosa”), devono un po’ abbassare la cresta. Quando uscirà il mio “Navigazione a vista” (Mimesis), nella parte sulla teoria della crisi sarà spiegato perché la crisi detta economica dipenda da altri fattori ancor più rilevanti. E tali fattori, oggi, non consentiranno ancora per un buon periodo di tempo una vera ripresa economica del tipo del boom. Per il momento credo però che nemmeno arriverà la “catastrofe finanziaria” del 1929 (del resto, la vera crisi si verificò nel ’31 e si aggravò nel ’32-’33). Tuttavia, notate come, anche nell’articolo qui riportato, l’attuale frenata sia sempre attribuita a fattori economici; o addirittura alla cattiva stagione invernale (stiamo tornando a tesi di metà ottocento?). Certo che ci sono questi fattori, ma hanno maggiore o minore impatto a seconda della conflittualità e dello scoordinamento “geopolitico”. E pesa pure abbastanza l’incertezza strategica degli Usa; è mutata la “politica” (l’insieme delle mosse in conflitto) con l’uso più diretto della forza (questa la strategia Bush-Clinton quando si pensava ad un definitivo affossamento della Russia dopo il crollo sovietico). Al momento, si nota il tentativo di creare zone di pantano, di confronti indiretti, di molteplicità delle forze in campo per mettere in difficoltà chi ha minori mezzi di Intelligence e bellici; e deve quindi stare sulla difensiva in numerose (troppe) aree, perché l’interazione di tali forze crea continui “punti di fuga” che accrescono la “flessibilità” e il caos. Si avvantaggia allora chi si muove come l’ameba, non chi scaglia palle da biliardo; l’ameba richiede tuttavia la capacità di rapida informazione circa le forze in campo e i (som)movimenti che si verificano nelle varie aree. Gli economisti odierni sono purtroppo soltanto dei chiacchieroni, decisamente incapaci di vedere un solo cm. al di là del proprio naso. Però stanno nel “cortile” e chiacchierano come tante comari; a volte litigiose, sempre comunque convinte d’essere sagge. Dietro (“dentro le case”) stanno gli analisti strategici, che agiscono con più discrezione, sornioni, possibilisti perché ogni strategia deve avere le sue mosse tattiche e diversive. Seguiamo questi analisti e non ascoltiamo più gli economisti. E soprattutto ignoriamo a questo punto chi parla di finanza, anzi dei cattivi soggetti alla Soros, ecc. O sono degli imbroglioni al servizio dei reali predominanti (Usa) o sono degli “esperti” dell’inutile. Un tempo si diceva, dei professori di scuola media e superiore, che chi non sapeva nulla di nulla diventava insegnante di ginnastica. Oggi, dei prof. universitari, diciamo che gli inetti, salvo qualche (allora lodevole) eccezione, insegnano economia; e poi vengono pure chiamati a scriverne sui giornali per irretire la “ggente”. La quale, però, mi sembra proprio non se ne faccia nulla, non li legge. Perché insistere con questi “buontemponi”? A casa, per favore, mandateli a casa; le mogli insegneranno loro a cucire le calze e allora almeno sapranno “rammendare” qualcosa. Questa crisi è una cosa seria, prelude ad una fase storica assai grave. I “bambini” giochino pure all’economia per passare il tempo; ma gli “adulti” dove sono finiti?