UNA MODESTA PREVISIONE di G. La Grassa
Ieri si è riunito il Cda di Alitalia e ha “scelto” Air France; in realtà, non ha scelto proprio nulla, ma espresso semplicemente un parere (non vincolante). E’ il Governo a dover prendere la decisione finale; per il momento, ha soltanto preso tempo fino al 15 gennaio (se basterà; e con la compagnia italiana che perde 2 milioni di euro al giorno!). Poiché ci si sente incoraggiati nel vedere come stanno andando le varie faccende in questo “pauvre pays”, rispettando una serie di previsioni che andiamo facendo da anni, proviamo a farne una un po’ più specifica e particolare, nel qual caso ovviamente la probabilità di sbagliare è più alta (un conto è prevedere che fra due-tre giorni ci saranno nevicate sul nord Italia, un altro dichiarare che ciò si verificherà nella provincia di Bergamo).
Premetto che, nella lotta in corso tra bande della GFeID, non ci interessa stare con una di queste. Semmai, preferiremmo che nessuna di esse riuscisse a far fuori definitivamente le altre, che non ci fosse alcuna “notte di S. Valentino” come nel
Di conseguenza, per quanto concerne l’Alitalia, non facciamo il tifo per AirOne o Air France. Non possiamo però non notare come e quanto ci imbroglino con le notizie che ci propinano. Intanto è evidente che la compagnia francese (assieme alla olandese KLM) è oggi la più grande compagnia aerea del mondo, mentre AirOne è la seconda – e di gran lunga seconda – in Italia (un paese “in pappe”, che nulla ha a che vedere comunque con
Notiamo, per inciso, che la solita ironia della sorte provvede a rivelarci oggi che una delle grandi banche americane “alleate” di Intesa (
Negli schieramenti che troviamo a favore di Air France o di AirOne, l’unica noticina che stona è l’atteggiamento Prodi – notorio “amico” di Intesa – apparentemente favorevole alla prima, contravvenendo alla difesa dell’“italianità”. Mentre, ad es., Berlusconi si è dichiarato per AirOne come Fini, Formigoni (che può trincerarsi dietro la questione del mantenimento o meno di Malpensa quale importante aeroporto) e altri di destra (comunque, pure la maggior parte della sinistra, e i sindacati, sono per il “patriottismo”). Il Giornale – giornale ufficiale della destra – scrive un editoriale di fuoco contro Prodi per aver svenduto gli interessi…. “norditaliani” (nemmeno italiani tout court). Ripeto che non siamo né per una compagnia né per l’altra, per cui una volta tanto non prendiamo posizione contro questo Governo: vedremo le decisioni finali, se riusciranno a prenderle, e gli eventi che ne seguiranno. Patetica ci appare comunque
Troppa confusione, in ogni caso. Mi si consenta di sospettare che ci sia un intricato gioco delle parti; ogni personaggio di questa sfatta politica italiana, e della GFeID che la orienta, è molto più che “bifronte”. Difficile seguire i bizantinismi di questi squallidi personaggi, aperti a tutte le “corruzioni” possibili (bloccando chi vuol indagare su di esse come De Magistris e Forleo, tanto per non far nomi). Ripeto ancora una volta che solo la penna di Balzac saprebbe descrivere mirabilmente questo mondo affaristico-politico, che si muove in Italia al seguito dello straniero: si, proprio dello straniero, perché anche i “patrioti” sono al suo seguito. E qui si inserisce la nostra modesta previsione, che vale solo se la spuntasse AirOne; in caso contrario, tale previsione sarebbe stata in un certo senso fatta a vuoto, ma resterebbe valido ciò che è stato finora rilevato in merito al suddetto mondo affaristico-politico.
Ammettiamo allora che il Governo alla fine scelga AirOne (cioè il pool di banche americo-giapponesi, con Intesa a far da “palo”). Noi scommettiamo che, passerà forse qualche anno (magari solo un paio o tre), verrà data una aggiustatina al “tutto” (magari tipo Parmalat, con corteggio di società di rating che emettono giudizi positivi sul “rilancio” di Alitalia) e poi si tenterà di rifilare la nostra compagnia a qualche straniero, in grado di sopportare una bidonata in vista di strategie “più ampie” che renderebbero la nostra società aerea una sorta di succursale “periferica” dell’acquirente. In tal caso, il pool di banche in questione – con AirOne quale “uomo di paglia” o “civetta” – agirebbe un po’ come le società di private equity [uno strumento di finanziamento mediante il quale un investitore apporta nuovi capitali all’interno di una società (target), che presenta un’elevata capacità (potenzialità) di generare flussi di cassa. L’investitore si propone di disinvestire nel medio-lungo termine realizzando una plusvalenza dalla vendita della partecipazione azionaria].
In ultima analisi, vengono finanziate imprese “in malora”, le si risana (apparentemente) e poi le si rivende con lauto guadagno. Naturalmente, i “manuali” ci dicono che queste società (“risanatrici”) sono benemerite, hanno manager e consulenti espertissimi, che sanno intuire le potenzialità di imprese pur decotte rimettendole in sesto (un po’ come Marchionne ha fatto “miracolosamente” con
Questa la previsione (lo ripeto, un po’ come fosse: “nevicata in provincia di Bergamo”) che consegniamo al blog. Vedremo cosa accadrà in concreto. Se poi verrà scelta Air France, quanto qui scritto manterrà comunque una sua validità, perché descrive atteggiamenti del tutto usuali nel capitalismo.