UNA SQUALLIDA CONFERMA di Giellegi

Da quando scrivo in questo blog (ma è un’idea maturata ancora prima) sostengo che la sedicente “sinistra” (al completo) è un bubbone, anzi un cancro, ormai in metastasi, che andrebbe infine curato con i metodi ad esso adeguati. L’ultima, pur minimale e meschina, vicenda relativa alla diatriba intorno all’ineffabile Mentana ne è ulteriore prova. Dal Pd fino ai radical-chic de Il Manifesto e agli “ultrasinistri” opportunisti vari, ci si è dati a trattare da eroe colui che fino a pochissimo tempo fa era svillaneggiato come “servo del padrone”. Personalmente, non l’ho mai considerato tale, anzi notavo che, quando conduceva il TG5, era piuttosto dalla parte della “sinistra” (direi che solo i faziosi di quest’ultima non se ne accorgevano o facevano finta di non accorgersene).

L’importante, per questa parte politica ormai senza idee né programmi di alcun genere, è trovare un cemento unitario nell’antiberlusconismo; tale fatto, per chi sa ancora ragionare, è spia evidente: 1) che la “sinistra”, in tutti i suoi comparti, è alimentata e sostenuta dalla frazione più retriva e parassitaria del capitale italiano, quella che denomino GFeID; 2) che quest’ultima solo per finta, e per lavorare meglio sott’acqua al logoramento del suo avversario, fa talvolta finta di appoggiare o di non contrastare troppo il Governo, mentre in realtà si sgrana in molte posizioni “avvolgenti” per meglio arrivare al suo soffocamento e disgregazione.

La smodata ambizione personale di Fini, la “fissa” di Bossi sul federalismo – perseguendo il quale, non si sa se è consapevole o meno il disegno di intaccare l’unità nazionale – sono oggi divenute il miglior alleato di GFeID e “sinistra” per ottenere il risultato voluto. La “sinistra” non ha però idee; queste le ha semmai la GFeID, anche divisa al suo interno, dove ognuno tenta di ottenere i suoi risultati; il che, in una situazione di crisi sempre più grave (non ci siamo ancora dentro in modo del tutto drammatico, ma l’ora si avvicina!), crea un pericolo gravissimo per l’intera popolazione, talmente disorientata da capire assai poco di quanto si addensa sulla sua testa. Allora che fa questa “sinistra” senza più idee? Serve la GFeID solo con la continua “sommossa” antiberlusconiana, punto e basta. Sfascia tutto, approfittando perfino di una fesseria come la lite tra Mentana e Mediaset, pur di creare una continua distorsione ottica che impedisca di vedere dov’è situata la gravità della situazione, di prendere coscienza di come i parassiti del nostro capitalismo cerchino di inzuppare in essa il pane alle spalle del resto dei cittadini, mentre la UE comprime le nostre possibilità, gli Usa non se ne parla nemmeno, ecc.

Il sottoscritto pure è contro Berlusconi, ma perché “non ha le palle”, non è il personaggio che ci vuole nella contingenza attuale; continua a fare mezze mosse, poi ritratta e si ritira quasi fosse impaurito. Tuttavia, poiché la politica non è questione di una persona, è in realtà necessario essere contro l’insieme dei partiti e partitini esistenti, incapaci – perché in fondo tutti conniventi – di mettere “in riga” i parassiti, prosciugandoli delle loro ricchezze, e di quelle che accumuleranno approfittando della crisi, onde dirigere tutte le poche risorse del paese ad una diversa politica, cominciando da quella estera. Dico subito che in questa ci sono stati barlumi nuovi, soprattutto per merito degli interessi della nostra Eni. Ma se essi non verranno sostenuti politicamente con “metodi d’emergenza”, capaci di infliggere un colpo definitivo e da KO alla GFeID e alla “sinistra” (e ai potenziali “salti della quaglia” di Fini e Bossi), si tratterà solo di barlumi che rischiano di spegnersi o comunque di vivacchiare senza vere prospettive strategiche. Berlusconi non è in grado di far coagulare, precipitare, un processo che sfoci infine in questi “metodi di emergenza”. Le mediazioni di tipologia democristiana non servono a nulla in questa nuova epoca storica.

E’ perfettamente inutile pretendere che, di punto in bianco, l’Italia si schieri in posizione di netta ostilità verso gli Usa (scelta che sarebbe la nostra preferita). Deve invece forzatamente “abbozzare”, facendo finta di dare credito a possibili (solo fantasticati) mutamenti sostanziali della politica statunitense che invece, al massimo, diventerà più soft nella mera forma. Lo stesso dicasi per Israele. Non si possono più ammettere le indegne sviolinate verso le aggressioni di tale paese del tipo di quelle dei postfascisti e dei postcomunisti (con la sola eccezione, per ragioni puramente tattiche, di D’Alema). Nessuna ostilità preconcetta, ma fermi inviti ad una politica diversa da quella che, stando ai risultati delle elezioni di martedì in quel paese, sarà invece ancora perseguita a lungo.

L’Italia deve con abilità spostare il baricentro dei suoi preferenziali rapporti esteri verso sud, nell’area mediterranea (paesi arabi in testa) e verso est/sud-est, diventando ponte nei confronti anche di paesi cosiddetti canaglia (quali l’Iran), della Turchia e, via via più in là, dei paesi caucasici; logicamente poi, occorrono rapporti sempre migliori con la Russia. Il tutto gradualmente, con duttilità tattica, ma con ferma coerenza; che non potrà tuttavia sussistere se non si regolano, e con estrema decisione, i conti all’interno nei confronti delle forze che si oppongono a tale spostamento dell’asse estero italiano, per fare invece gli interessi dei parassiti della GFeID.

Poiché tuttavia è ben noto che, in un primo tempo, non si regolano i conti direttamente con i mandanti, ma si toglie loro l’acqua e l’ossigeno eliminando i “sicari”, sarebbe necessario per iniziare una nuova politica – proprio nel mezzo della bufera che si approssima, in un certo senso approfittando d’essa prima che ne approfittino i parassiti – dare un colpo decisivo e finale alle forze cancerogene con cui ho iniziato questo mio pezzo. Non ci può riuscire un Berlusconi, che in fondo prosegue, fuori tempo massimo, la politica democristiana. C’è bisogno di una vera cura antitumorale. Se non si comincerà presto, saremo tutti “in metastasi”. Ci pensi chi ne ha le capacità potenziali. Sarà spiacevole ammetterlo, ma bisogna essere realisti: noi siamo solo in grado di “stare alla finestra” ad osservare “la scena”. Tuttavia, diciamo quello che pensiamo e ciò che preferiremmo vedere. La “bufera”, comunque, non è vicinissima, ma nemmeno troppo in là nel tempo.