Uomini e caporali
Un’alleanza di rottura, come si preannunciava quella tra Lega e 5Stelle, avrebbe dovuto indicare un Premier forte, non uno sconosciuto dal lungo curriculum professionale. Ora viene pure fuori che il prof. Giuseppe Conte, questo il nome del futuro Primo Ministro (ormai quasi bruciato, ma vedremo) indicato al Quirinale da Salvini e Di Maio, ha “esagerato” con i titoli, inserendo specializzazioni estere non risultanti alle Università interessate che, invece, parlano di eventuali corsi brevi, di cui non resta traccia nei loro archivi. Ma non è questo il punto, gli attacchi sono pretestuosi ma ciò non toglie che sia da dilettanti scoprirsi il fianco in tale maniera. La competenza in politica è la capacità, non la portata di riconoscimenti accademici e lavorativi. Non è un percorso di studi che fa il politico. La politica è strategia nei conflitti. Servono le idee, la personalità, le proposte prorompenti, la voglia di cambiamento estrema e senza compromessi, in una fase in cui non vi è più nulla da salvare del passato, perché è tutto da rifare. Questo è un breve indice delle proprietà occorrenti ad un leader. A chi sarebbe mai venuto in mente di chiedere il curriculum a Mussolini e a Hitler o a Stalin e Mao? Un giornalista, un pittore e due contadini (grandissimi cervelli tutti e quattro, ognuno a modo proprio, che non avevano bisogno dei timbri universitari per veder riconosciute certe qualità). Occorre rompere gli schemi. Basta con queste sciocchezze. Urgono condottieri e non commercialisti o giuristi. La Storia è sensibile solo all’intelligenza e al coraggio, non alle lauree e ai master. Ci vogliono uomini convinti e forse anche qualche “caporale” per salvare l’Italia.
In ogni caso, abbiamo finalmente ben presente tutta la feccia che vuol fermare il cambiamento, anche se blando. F.i., Pd e ora anche Fratelli d’Italia rappresentano un unico fronte reazionario a sostegno dei soliti poteri marci nazionali e internazionali. Questi partiti vogliono che continui il pantano italiano degli anni precedenti e stanno utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione per ripristinare la vecchia merda. Sono loro il vero pericolo, non l’intesa tra populisti che, peraltro, manca della giusta assertività. Se non si spazzano via i traditori nessun nuova prospettiva può stagliarsi all’orizzonte.