Venezuela e Limes
Ancora un pessimo articolo di Limes. Ormai da quelle parti si fa indigestione di “realtà”. Il sapiente Fabbri scrive: “Nessun governo agisce per principio. Piuttosto, si serve dei principi per agire”. Bel giro di parole, per dire cosa? Che il Governo italiano ha sbagliato a non riconoscere Guaido’ perché ce lo chiedevano i nostri connazionali, cioè gli italo-venezuelani. Tutti? Non proprio. A reclamare il golpe è forse l’élite ristretta di “compatrioti” che in anni passati si è avvantaggiata delle storture venezuelane ma che paga quelle attuali in quanto, da Chavez in poi, il blocco sociale di sostegno al potere politico è mutato ed è divenuto sfavorevole ai loro interessi. Il punto è sociale ma Fabbri lo tramuta addirittura in una questione etnica. Oggi sono preferiti gli amerindi agli occidentali. Non direi. Chavez e Maduro per spostare l’asse del potere, i rapporti di forza consolidati, hanno cercato il sostegno di una certa parte della popolazione, maggioritaria e povera. I loro avversari avevano altri riferimenti di “classe” agiata. Non si tratta dunque di razza ma di estrazione sociale che coincide con l’appartenenza di sangue, anche perché i bianchi di varie immigrazioni hanno sempre estromesso gli autoctoni o hanno riservato loro poche briciole di cosa pubblica. Hanno favorito la divaricazione tra ceppi e ora si lamentano. Eppure Fabbri scrive che Chavez era ispiratore di un progetto puramente razziale. Questa volta l’analista manda la realtà a farsi benedire insieme agli stessi principi. In ogni caso, non è detto che il sostegno a Guaido’ sia utile agli italiani, essendo quest’ultimo un fantoccio di Trump. Dovremmo andare ad elemosinare qualche concessione dal grande capo americano. More solito. A Limes aggrada , a noi meno. Non per principio ma per esperienza. E’ ben altra geometria quella che potrebbe riportare gli italiani a contare ancora qualcosa da quelle parti. Una nuova visione che tenga conto degli errori commessi in tempi passati allorché i nostri non si sono distinti per originalità, sempre a rimorchio dell’uomo di volta in volta autorizzato da Washington. Infine, si tenga conto che il Venezuela viene da decenni iugulato dagli statunitensi, i quali non si accontentano mai di poco e non guardano in faccia a nessuno quando pretendono tutto, infatti si mettono ad affamare se non possono depredare. Gli italiani di lì pagano questa tracotanza del prepotente vicino e se non lo capiscono sono collaborazionisti di un nemico straniero. Maduro ha certamente le sue colpe ma loro non aiutano con le invocazioni alla statua della libertà.